CATANIA – Una zona per potersi raccogliere in preghiera e incontrare i fedeli di altre religioni nell’ottica di una integrazione tra culture e fedi. E’ l’obiettivo della prima area interreligiosa inaugurata all’ospedale San Marco di Catania alla presenza, tra gli altri, del direttore dell’azienda Policlinico, Gaetano Sirna, e dell’arcivescovo Metropolita, Luigi Renna. L’area ha una forma circolare divisa in dieci spicchi ciascuno dei quali corrisponde a una diversa comunità religiosa, ad eccezione di uno spazio lasciato libero aperto ai momenti di preghiera dei credenti di altre fedi. “Nello scenario che è quello che vediamo in Ucraina e in tutto il mondo – ha detto monsignor Renna – quella che Papa Francesco chiama ‘la guerra mondiale a pezzi’, noi oggi testimoniamo che chi crede in Dio, chi ha un credo religioso seppur differente, può fare la stessa strada insieme in un clima di fraternità. Qui entriamo in quella empatia che ci permette di proclamare la pace”.
“Sono estremamente felice per l’inaugurazione di quest’area – ha affermato Sirna – che consideriamo, oltre che di preghiera, anche di dialogo tra culture diverse. In questo momento storico soprattutto, abbiamo estremamente bisogno di punti di incontro. Il fatto che questo spazio sia stato concepito e realizzato all’interno di un ospedale, luogo in cui vengono vissute quotidianamente sofferenza, speranza e gioia, è ancora più significativo perché qui si avverte maggiormente la necessità di intraprendere un percorso comune, di condivisione di esperienze. Il nostro ospedale San Marco nuovo e modernissimo, da simbolo della lotta alla pandemia che ci ha rovinato l’esistenza in questi ultimi due anni, vuole divenire simbolo di rinascita”.
“L’apertura dell’area interreligiosa – ha osservato Kheit Abdelhafid, Imam della moschea di Catania e presidente della comunità islamica di Sicilia – è un ulteriore passo simbolico verso il dialogo e la convivenza tra le religioni, ogni piccolo passo viene appoggiato pienamente dalla comunità islamica di Catania, direzionata sempre verso l’apertura alle diversità, al dialogo interculturale e religioso”.