Maxi sequestro di beni a imprenditore etneo

Patrimonio accumulato con usura ed evasione fiscale VIDEO

Prevenzione antimafia e indagini delle Fiamme Gialle di Catania e Bologna hanno portato al sequestro di beni per 20 milioni di euro a Salvatore Randone, imprenditore originario di Misterbianco e residente a Rimini, attivo nel settore delle costruzioni e nella lavorazione dei metalli.

[fvplayer src=”https://vimeo.com/704504453″ splash=”https://i.vimeocdn.com/video/1422641328-47f36fc2f2e6a2664a2f97e583227cc258ee08955f6ae1cb113be6913366fde1-d_1920x1080?r=pad”]

Secondo Il Tribunale di Catania, Randone costituisce “l’esempio di un imprenditore che ha fondato un percorso di accumulo patrimoniale interamente illecito, basato, in particolare, sulle attività usurarie ed estorsive, oltre che sull’evasione fiscale”. Imponente il patrimonio sotto sequestro: 70 immobili nelle provincie di Catania e Bologna, con quattro ville a Misterbianco, una con piscina; le quote societarie di 10 società a Catania e Bologna specializzate nella costruzione di edifici, mediazione immobiliare, facchinaggio e movimentazione delle merci; dodici automezzi. Sequestrate anche disponibilità finanziarie di Randone, dei suoi famigliari. Il Tribunale di Bologna nell’agosto dello scorso anno aveva disposto il sequestro dell’intero patrimonio di Randone. Le indagini hanno consentito di evidenziare la ritenuta pericolosità sociale di Randone, che dal 1991 al 2016 è risultato essere sottoposto a indagini per tentativo di omicidio, usura ed estorsione, in un caso anche aggravata dal metodo mafioso, e per reati tributari. Evidenziata anche una presunta sproporzione tra il profilo reddituale del suo nucleo familiare del e il complesso societario a lui riconducibile.

scroll to top