“Prendiamo ancora una volta atto che il ministero dello Sviluppo economico, attraverso le parole del ministro Giancarlo Giorgetti, sta seguendo la vertenza Pfizer Catania continuando a derubricarla come una questione prettamente regionale, anche alla luce della direttiva ministeriale sulla gestione dei tavoli di crisi”. A commentare la dichiarazione dell’esponente del governo nazionale sono i segretari provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Ugl Chimici che proprio ieri pomeriggio, mentre nell’aula della Camera dei deputati il ministro rispondeva a un’interrogazione parlamentare sulla questione Pfizer, si trovavano riuniti nella sede di Confindustria per il prosieguo della trattativa con i vertici aziendali. “Al di là di ogni sfumatura prettamente burocratica, riteniamo però che a livello politico il ministero debba sostenere lo sforzo della Regione siciliana nel difendere prima di tutto i 130 lavoratori coinvolti nella procedura di licenziamento e secondariamente – continuano -, ma non meno importante, pretendere dalla multinazionale del farmaco garanzie certe e concretamente documentate sul futuro dello stabilimento catanese”.
“Oggi più che mai considerato che, nonostante la buona volontà delle parti di trovare un punto di incontro dopo diversi incontri, per varie situazioni l’obiettivo di salvare tutti i 130 dipendenti è ancora molto lontano e c’è il serio rischio di continuare a rilento anche nel corso della prossima riunione convocata per giorno 19. Il tutto mentre ci avviamo verso la fatidica data del 26 aprile quando, nella sede del Centro per l’impiego, al netto di improbabili ulteriori posticipi si dovrà concludere il procedimento già prorogato – fanno notare i segretari Jerry Magno, Giuseppe Coco, Alfio Avellino e Carmelo Giuffrida, anche a nome delle Rsu aziendali -. Questo significa che, in caso di esito negativo, scatterebbero le lettere di licenziamento e ogni ulteriore tavolo (anche nazionale) diventerebbe a quel punto inutile”.
“La crisi occupazionale emersa nell’ambito del sito di Catania, lo ribadiamo ancora una volta, è di carattere nazionale poiché non riguarda soltanto un così cospicuo contingente di lavoratori interessati, bensì un’intero polo produttivo che ancora oggi non conosce quale sarà il suo futuro. Non bastano le rassicurazioni dell’azienda, esternate anche attraverso gli interventi dell’amministratore delegato Päivi Kerkola, perché senza un piano industriale ben definito il pericolo di un’altra ondata di licenziamenti non è affatto remoto. Le istituzioni nazionali non hanno soltanto il dovere politico-amministrativo di scongiurare che anche un solo lavoratore perda il suo posto di lavoro. Principalmente in questo contesto storico hanno il dovere morale di pretendere da Pfizer la tutela dei livelli occupazionali e i necessari investimenti, dopo che la stessa multinazionale è stata il primo fornitore sanitario dello Stato italiano”.
“Insieme alle nostre segreterie nazionali – concludono i sindacalisti – solleciteremo ancora una volta i ministeri competenti affinché convochino in tempi rapidi le parti. Siamo grati agli esponenti politici che, fino a ora, con qualsiasi forma hanno comunque dato un contributo alla nostra battaglia di principio per il mantenimento dei posti di lavoro in Pfizer Catania e auspichiamo il sostegno di tutta la politica catanese, siciliana e nazionale, per raggiungere i risultati sperati a cominciare da una non procrastinabile convocazione di un tavolo nazionale”.