“Lunedì rientrerò a scuola, ho già preparato una rimostranza scritta nel caso in cui la dirigente mi proporrà 36 ore di lavoro, anziché 18, non lo ritengo assolutamente legittimo. La severità di queste sanzioni è di natura politica e non sanitaria. E’ un provvedimento punitivo nei nostri confronti. Anche il fatto di non poter tornare in aula, perché se faccio il tampone ogni 48 ore sono più sicuro di chi non lo fa da mesi”. E’ quanto sostiene Ferdinando Alliata, docente del liceo artistico di Palermo, sospeso nei mesi scorsi perché non in regola con l’obbligo vaccinale.
Il professore contesta anche il divieto di rientrare in classe. “Potrei comunque andare in aula e tenere il distanziamento di due metri, mettere il plexiglass durante le ore di lezione o fare la dad stando in un’altra aula, le soluzioni si possono trovare”. Alliata, tuttavia, si dice “felice di tornare a scuola. Lavoro nell’istituto dal 1988, ho piacere di tornare a scuola, ho sofferto questo distacco obbligato dagli studenti, dai colleghi e dall’ambiente scolastico in cui lavoro da oltre 30 anni. Resta da capire cosa mi faranno fare”.