PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO) – “Negli ultimi 10 anni siamo stati indagati almeno 10 volte dalla Procura di Agrigento su indagini della guardia di finanza. Ad oggi non ci sono richieste di rinvio a giudizio. Ho avuto sequestri anche milionari e quello del 2013 si è chiuso nella fase cautelare, mi sembra ingiustificabile che vi sia un sequestro di 9 milioni di euro e non vi sia, perché archiviato, una richiesta di rinvio a giudizio. O era abnorme la richiesta di sequestro o c’è qualcosa che non va”. Lo ha detto l’imprenditore Salvatore Moncada dopo che, alle 13.30, è sceso – sul cestello dei vigili del fuoco – dal tetto alla Foresteria dell’impianto industriale di Porto Empedocle, dove era salito per reclamare attenzione dopo la nuova perquisizione, realizzata nei giorni scorsi, dalla guardia di finanza.
Moncada, si dice “perseguitato” e ha ricordato di essere stato sotto inchiesta nell’ambito di una indagine sulla massoneria: “Sono stato indagato per 8 anni, ma non c’è stata nessuna richiesta di rinvio a giudizio. Si sa che c’è stato un sequestro preventivo da 6 milioni di euro. Abbiamo dimostrato che siamo una azienda solidissima e alla vigilia di Natale mi è stata notificata istanza di fallimento della mia azienda. In quella circostanza, hanno leso il mio diritto di difesa”.
“Un avvocato di un nostro dipendente, poi, – ricostruisce Moncada – ci ha convocato chiedendo 300 mila euro e abbiamo presentato un esposto alla Procura. Esposto che non è stato guardato dai pm che hanno fatto indagini a nostro carico per estorsione al dipendente. Mi viene da pensare: per quale motivo? Abbiamo chiesto decine di volte alla Procura di Agrigento di essere auditi per portare elementi a nostra discolpa ed evitare un processo. L’unica volta in cui siamo stati convocati, non ci sono state rivolte domande. Non voglio trattamenti preferenziali da parte del pm, ma voglio essere trattato come un cittadino qualunque. Non c’è un esposto che è passato, sono stati tutti rigettati o archiviati. L’altro ieri mi sono dimesso dal mio ruolo della ‘Moncada Energy’. Ma questo non è vivere, non è modo di fare impresa. Abbiamo fatto decine di richieste di essere sentiti dalla Procura e, oggi sono salito sul tetto, per avere garanzia che l’esposto venga guardato dal ministro”.
“L’imprenditore, un mese e mezzo fa circa – hanno spiegato i legali della famiglia Moncada – ha inviato un esposto al ministero della Giustizia, al Csm, al presidente della Repubblica e alla Procura di Caltanissetta per fatti e vicende giudiziarie che sono prive di qualsiasi fondamento, che ha subito e continua a subire. Tre giorni fa ha subito una nuova ‘aggressione’ (il riferimento è alle perquisizioni ndr) da parte di Procura e guardia di finanza. L’imprenditore Salvatore Moncada è esasperato perché è stato infangato e si continua a infangare il suo nome, il nome di una persona che ha iniziato a lavorare da quando aveva 12 anni e non ha mai smesso”. Fonti della Procura, intanto, hanno fatto sapere che c’è massima disponibilità a incontrare, previo appuntamento, l’imprenditore che potrà recarsi negli uffici del quinto piano di via Mazzini da solo o, se è a conoscenza di essere indagato, in compagnia del suo legale.
In una nota diffusa dal procuratore facente funzioni, Salvatore Vella, si legge che sulle “pubbliche rimostranze poste attualmente in essere da parte del titolare delle società ‘M Rinnovabili srl’ e ‘Moncada Energy Group’ riconducibili al geometra Salvatore Moncada”, la Procura di Agrigento “chiarisce e ribadisce” di “rimanere sempre disponibile ad ascoltare tutte le sue “argomentazioni e ragioni, come per qualsiasi indagato” che, “con l’assistenza o per il tramite dei suoi difensori, riterrà utile esporre a proprio beneficio ed interesse”. Si sottolinea anche che resta “ferma la qualità di persona sottoposta ad indagini del geometra Salvatore Moncada” e che “la misura cautelare del sequestro preventivo di somme per oltre sei milioni di euro è stata confermata, in ultimo, anche dalla Corte di Cassazione”.