In un video su Facebook il governatore siciliano ha annunciato l’arrivo di due termovalorizzatori in Siiclia: “Il nucleo di valutazione proprio ieri ha completato il suo lavoro e ha verbalizzato l’idoneità di due progetti – dice il presidente -, uno per la Sicilia occidentale (647 milioni) e uno per la Sicilia orientale (poco meno di 400 milioni). Adesso predisponiamo il bando perché seguiamo la procedura del project financing, chiediamo il coinvolgimento del privato. Stiamo lavorando perché siamo convinti sia questa la soluzione insieme alla raccolta differenziata. Così ci liberiamo della schiavitù delle discariche dei rifiuti. A Roma il sindaco del Pd ha deciso di risolvere il problema dei rifiuti annunciando la realizzazione di un termovalorizzatore. Noi in Sicilia abbiamo proposto una soluzione simile diverso tempo fa, ma qui la sinistra ha parlato di mostruosità, ponendo mille obiezioni. Complimenti al sindaco post comunista di Roma per avere condiviso la nostra soluzione e la nostra impostazione”.
Subito sono arrivate le critiche di Legambiente: “La scelta del presidente Musumeci di costruire gli inceneritori è scellerata e insostenibile, per l’ambiente e per le tasche dei siciliani. Come per quelli di Cuffaro, alla faccia della rottura con il passato, faremo di tutto per fermarli”, dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, “Sui rifiuti, così come per le nuove trivellazioni alla ricerca di gas nel mare siciliano, il presidente Musumeci continua a offrire soluzioni vecchie, con una visione dello sviluppo e della sostenibilità superata da un paio di decenni. – aggiunge – Oggi le priorità sono la raccolta differenziata, il riciclo di materia e l’economia circolare, di gran lunga preferibili sia alle discariche che agli inceneritori. Scegliere la strada degli inceneritori significa accettare che il tetto massimo di raccolta differenziata per la Sicilia sarà il 65%, molto al di sotto degli obiettivi fissati dall’Europa. Un’ipotesi inaccettabile, fatta da chi non ha più forza, serietà e autorevolezza e sceglie, quindi, scorciatoie propagandistiche. I siciliani, oltre a pagare lo smaltimento in questi impianti (in mano ai privati) dei rifiuti prodotti e che la Regione ha deciso oggi di non voler più recuperare e riciclare, dovranno anche pagare nella Tari il costo delle emissioni dannose per il clima. Davvero una scelta lungimirante e conveniente”.