Si chiama Brando il primo nato in acqua all’ospedale Umberto I di Siracusa e ha, di fatto, aperto il nuovo servizio nel reparto di Ginecologia e Ostetricia. Il neonato pesava alla nascita 3 chili e 640 grammi ed è il primogenito di Daniela De Bonis e Daniele Buccheri di Floridia. E’ stato questo il modo migliore di inaugurare la nuova sala parto in acqua del reparto diretto da Antonino Bucolo. Erano presenti due specialiste provenienti dalla Danimarca, le ostetriche Elle Jahn Amalie Sofie Kolbeak che hanno curato nelle scorse settimane il “know-how” di questa nuova realtà sanitaria. Per la parte locale ha collaborato l’ostetrica Anna Sammartano e il ginecologo Massimo Martinez con tutta l’equipe medica e infermieristica.
Nel reparto è stata allestita una sala dedicata, dove la partoriente trova un ambiente intimo e riservato nel quale può vivere l’esperienza e gli effetti dell’acqua che non elimina il dolore ma, fornendo molteplici benefici, crea tra l’altro una condizione di rilassamento fisico, mentale ed emotivo che ne riduce la percezione. “Il vantaggio del partorire in acqua – spiega Bucolo – è rappresentato dal beneficio per la partoriente di rilassamento della muscolatura soprattutto del pavimento pelvico, inoltre l’acqua diminuisce la produzione degli ormoni dello stress e aumenta la produzione di endorfine, cioè degli ormoni che contribuiscono ad alleviare la percezione dolorosa delle contrazioni. Oltre a crearle un ambiente dove potersi rilassare e abbandonare alle contrazioni, l’acqua riduce la pressione addominale grazie alla forza idrostatica, consentendo contrazioni uterine di maggior efficacia e favorendo la circolazione sanguigna; così, risulta una migliore ossigenazione dei muscoli a livello dell’utero, quindi meno dolore per la donna e più ossigeno per il bambino. In questo modo, i rischi di sofferenza del feto diminuiscono”.
“L’acqua diminuisce anche gli effetti della gravità e sostiene il peso del corpo della donna rendendo i movimenti più facili e il bacino più mobile. L’ acqua regolarizza la pressione sanguigna, migliora la respirazione aiutando le donne che hanno tendenze asmatiche, ammorbidisce i tessuti e favorisce una maggiore irrorazione sanguigna dei genitali riducendo così il rischio di lacerazioni della zona vagino-perineale al momento del parto – continua Bucolo -. Il breve passaggio attraverso l’acqua rende meno traumatico il primo impatto del bambino con la gravità, l’atmosfera, la luce e i rumori: il parto, insomma, diventa più dolce attraverso un elemento familiare come l’acqua”. Bucolo ricorda, infine, che “per partorire in acqua è necessario che la gravidanza sia fisiologica e a termine perché il parto in acqua non è sempre possibile ed è, per esempio, controindicato in caso di parto gemellare, parto podalico, parto prematuro o altro. Questo però non esclude la possibilità di utilizzare l’acqua calda sotto altre forme o nei momenti di preparazione, dove i dolori non sono ancora da travaglio”.