CATANIA – La polizia ha eseguito a Catania un’ordinanza cautelare nei confronti di tre persone, due donne di 31 e 47 anni e un uomo di 35, indagate per associazione per delinquere finalizzata all’esercizio di case di prostituzione. In particolare la 31enne D. C. R., posta agli arresti domiciliari, è accusata dalla Procura di essere una “figura apicale dell’organizzazione, una “manager della prostituzione indoor”, che “si sarebbe occupata del controllo, amministrazione e direzione in prima persona di tre ‘case’, due a Catania e una a Misterbianco”.
La 47enne S. G., invece, “avrebbe avuto il compito della co-gestione della casa di Misterbianco”. Il gip ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per lei e per l’uomo indagato. Al 35enne C. V. C. è contestato di avere “gestito, con la compagna 31enne, la casa di appuntamento celata sotto la parvenza di un b&b, nel centro storico di Catania, dividendo con lei gli utili” illeciti.
Altri tre indagati sono accusati di avere svolto i ruoli di addetti al centralino e alle prenotazioni dei clienti che, attraverso siti dedicati, telefonavano per fissare le prestazioni sessuali, con tariffe a partire da 50 euro, a seconda della tipologia di “servizio” richiesto. Tra i massaggi maggiormente “gettonati”, assicurati da quella che secondo la Procura di Catania era “un’impresa a carattere essenzialmente familiare”, erano i cosiddetti “Touch me” e “Nuru massage”.
Alla 31enne, percettrice di reddito di cittadinanza, è stata anche contestata l’omessa comunicazione nei termini, ovvero dall’agosto del 2020, di redditi da lavoro irregolarmente svolto in un negozio di abbigliamento a Catania. Nell’inchiesta, avviata nel febbraio del 2020 e denominata ‘Sex indoor’, sono confluite indagini della sezione Criminalità straniera e prostituzione della squadra mobile della Questura.