L.Cil. A Catania la giunta naviga in acque agitate. Da mesi la squadra Pogliese è praticamente dimezzata, di 10 assessori ne sono rimasti 6 con lo stesso sindaco sospeso per effetto della legge Severino, dopo la condanna in primo grado nel processo spese pazze. L’amministrazione della città resta complicatissima e il rapporto con le forze politiche si fa più difficile anche alla luce dell’assenza del sindaco che faceva da collante con tutti i partiti. Il sindaco facente funzioni, Roberto Bonaccorsi, prende tempo, ma annuncia che a breve potrebbero arrivare alcuni nuovi ingressi in giunta.
Il leghista Fabio Cantarella, ex assessore all’Ecologia che aveva lasciato l’incarico lo scorso novembre in rottura con la scelta di escludere il collega di partito Alessandro Porto, avrebbe escluso un suo ritorno a Palazzo degli Elefanti. La Lega, attende il vertice di maggioranza più volte richiesto al sindaco per proporre un nome tra una rosa ristretta: circolano insistentemente quelli dell’ingegnere Sonia Grasso, di Marco Tanasi e del consigliere Emanuele Nasca. Sulla stessa posizione l’Udc che, superate le diffidenze della scadenza di mandato, attraverso il coordinatore provinciale Mario Brancato proporrebbe il nome del consigliere Carmelo Sgroi, anche se l’ala che fa riferimento all’ex senatore Pistorio non sembrerebbe sulla stessa linea.
In quota Fratelli d’Italia potrebbe ricoprire un incarico in giunta anche il consigliere Santi Bosco che lancerebbe con più forza la corsa alle regionali di Dario Daidone. Gli autonomisti metterebbero una donna, circola il nome della consigliera municipale Adriana Patella. Qualsiasi mossa dei partiti resta, però, sub iudice in attesa di capire cosa farà Salvo Pogliese al quale si chiede chiarezza: circolano voci insistenti di dimissioni prima del 9 giugno, data in cui è fissato il processo d’appello a Palermo per la vicenda giudiziaria che lo riguarda. Pogliese ha più volte manifestato l’intenzione di voler affrontare il processo da cittadino libero da incarichi politici. In questo caso è chiaro che un incarico di poche settimane, oltre che essere inutile per l’amministrazione della città diventerebbe vincolante anche per le compagni politiche in vista delle regionali. Diversa sarebbe la prospettiva se Pogliese aspetterà la scadenza dei 18 mesi di sospensione, la prossima primavera, per poi decidere il da farsi, opzione che darebbe un senso a un rafforzamento dell’attuale giunta.