BAMAKO – Tre italiani e un cittadino del Togo sono stati sequestrati in Mali da “uomini armati”. Lo riferiscono fonti locali citati dalla France Presse. Il sequestro è avvenuto ieri sera nel sud-est del Mali, secondo quanto riferito alla Afp da un responsabile locale e da una fonte della sicurezza maliana. “Ieri sera uomini armati a bordo di un veicolo hanno rapito tre italiani e un togolese nella località di Sincina” nel sud-est del Paese, ha precisato la fonte locale. Sarebbero una coppia italiana, il loro bambino e un cittadino togolese le persone sequestrate ieri sera in Mali, scrive il sito Africa Express citando un proprio stringer da Bamako e confermando che il sequestro è avvenuto a Sinzina, nel distretto di Koutiala, nel sud del Paese africano.
“Uomini armati a bordo di un veicolo hanno sequestrato ieri sera tre cittadini italiani e un togolese a una decina di chilometri da Koutiala”, ha spiegato la fonte sottolineando che appartengono tutti, secondo lui, al movimento religioso dei Testimoni di Geova. Ma l’Associazione dei Testimoni di Geova del Senegal, competente anche per il Mali, ha dichiarato che la coppia non era sul posto per conto del movimento religioso. “Attualmente non abbiamo alcun missionario, alcun religioso, Testimone di Geova in Mali”, ha detto un portavoce dell’Associazione rispondendo a domande sul sequestro. E questo, ha premesso, “da quasi un anno”. Ovviamente “esistono persone che sono testimoni di Geova in Mali come in molte altre parti del mondo, ma che noi non conosciamo personalmente; come ci sono molti cattolici sulla terra”, ha aggiunto il portavoce sottolineando che “non conosciamo i nomi e le nazionalità di ciascuno”. Comunque “ci stiamo informando per sapere chi siano queste persone”, anche se “al momento non abbiamo informazioni ufficiali da condividere”, ha concluso.
Dal 2012 il Mali è teatro di attacchi compiuti da gruppi jihadisti legati ad Al-Qaeda e all’Isis, oltre che di violenze di ogni tipo perpetrate da milizie e banditi che si proclamano formazioni di autodifesa. Questa violenza, iniziata nel nord nel 2012, si è estesa al centro, poi al vicino Burkina Faso e al Niger causando migliaia di morti tra civili e militari e centinaia di migliaia di sfollati, nonostante il dispiegamento di forze Onu, francesi e africane. Un giornalista freelance francese di 47 anni che vive e lavora in Mali dal 2015, Olivier Dubois, è stato rapito nel Paese più di un anno fa. Era stato lui stesso ad annunciare il proprio sequestro in un video trasmesso sui social network il 5 maggio 2021: aveva spiegato di essere stato rapito l’8 aprile a Gao (nord) dal Gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani (Gsim o Jnim), la principale alleanza jihadista del Sahel, legata ad Al-Qaeda e guidata dal leader tuareg maliano Iyad Ag Ghaly. Il 13 marzo scorso era circolato sui social un video che mostra un uomo che sembra essere il giornalista francese e che si rivolge ai suoi parenti e al governo di Parigi.