In rianimazione si registrano “ancora malati e fragili non vaccinati: è inammissibile dopo un anno e mezzo di campagna vaccinale”. Il presidente della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore, commenta i dati della rilevazione settimanale dagli ospedali sentinella. Il 42% dei pazienti Covid, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, è ricoverato per Covid con i sintomi respiratori e polmonari. Si tratta per due terzi dei casi di soggetti non vaccinati oppure senza booster sui quali il virus continua ad avere conseguenze gravi. In particolare, afferma Fiaso, i non vaccinati in terapia intensiva, pari al 20%, hanno un’età media di 74 anni e sono al 100% affetti da altre patologie: proprio quei soggetti fragili, per comorbidità e per età, “avrebbero dovuto fare per primi – sottolinea la Federazione – sia il ciclo primario di vaccinazione contro il Covid sia il booster”.
“La curva dei ricoveri Covid continua a scendere e l’arrivo di temperature più alte sicuramente ci aiuterà. Ma non possiamo permetterci distrazioni. Dall’analisi dei dati dei pazienti ricoverati emerge come ci sia ancora una certa quota di anziani e fragili non vaccinati che finiscono in rianimazione: questo, a distanza di un anno e mezzo dall’inizio della campagna vaccinale, è inammissibile – aggiunge Migliore -. Dobbiamo avere fiducia nei vaccini che proteggono molto bene dalla malattia grave”.