“I numeri dell’aggressione criminale all’ambiente ci restituiscono un quadro molto preoccupante. La Sicilia svetta in quasi tutte le filiere ecomafiose, in particolare in quella de cemento illegale, con l’abusivismo edilizio, che non viene demolito, a pregiudicare pesantemente il riscatto della legalità sul territorio. Ma anche sul fronte dei reati contro la fauna e soprattutto per quanto riguarda gli incendi”. Laura Biffi, coordinatrice dell’Osservatorio nazionale ambiente e legalità, ha tratteggiato il solito quadro preoccupante alla presentazione del Rapporto Ecomafia 2021, avvenuta allo Spazio Mediterraneo dei Cantieri culturali alla Zisa di Palermo.
All’incontro di stamane era presente, tra gli altri, anche Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “I roghi che ogni anno devastano irrimediabilmente le aree naturali della regione – ha aggiunto Biffi – sono e saranno sempre più un’emergenza che va affrontata con un’azione più efficace, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto. La Regione deve mettere a punto una strategia di prevenzione e di investigazione, di concerto con tutti i soggetti coinvolti”.
“La pandemia e il lockdown – ha sottolineato Giuseppe Alfieri, dell’Ufficio di presidenza di Legambiente Sicilia – non hanno fermato gli ecocriminali, anzi la Sicilia insieme alle altre regioni a tradizionale presenza mafiosa, ha contribuito in negativo al dato nazionale con un aumento del numero dei reati commessi ai danni dell’ambiente in tutti i settori. In particolare, vogliamo lanciare un allarme per quanto riguarda gli illeciti commessi in aree naturali e protette, a mare e ai danni di specie protette, oltre a un aumento esponenziale del numero di incendi boschivi. Molto critici anche i dati relativi al ciclo illegale dei rifiuti. Legambiente Sicilia chiede che le forze dell’ordine e le procure siano sempre dotate sempre più e sempre meglio di risorse e strumenti idonei al contrasto di questi fenomeni”.