PALERMO – La Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare di arresti domiciliari, emessa dal Gip nei confronti di un ex consigliere comunale di Palermo, Giulio Cusumano, e di un cantante, Alessio Scarlata, accusati di truffe ai danni dello Stato e falsi in atti pubblici. L’indagine della Squadra Mobile di Palermo – sezione Anticorruzione, coordinata dalla Procura della Repubblica, è partita dopo la denuncia di una funzionaria del Comune presso l’assessorato alla Cultura nel 2016 che avrebbe raccontato di aver subito “pressioni e intimidazioni” da parte dei due per favorire associazioni culturali “amiche” che operano nel mondo teatrale palermitano. L’attività investigativa, che si è avvalsa anche di riscontri documentali e accertamenti bancari, ha riguardato diverse procedure amministrative finalizzate all’assegnazione di finanziamenti pubblici per la realizzazione di eventi culturali, teatrali e sociali che si sono svolti nel capoluogo siciliano. L’operazione è stata denominata “Cala il sipario”.
La funzionaria che ha presentato denuncia era componente del gruppo di lavoro che si occupava dell’acquisto da parte del Comune di Palermo di spazi teatrali giornalieri. Ha raccontato di avere subito dal consigliere Cusumano e da Scarlata pressioni e intimidazioni per favorire associazioni loro amiche. Cusumano diceva di avere influenze nell’assessorato Cultura e quando la funzionaria si è rifiutata l’ha minacciata di farle togliere l’incarico di responsabile del procedimento intervenendo direttamente sull’assessore, sul sindaco e sul segretario, sottolineando che gliel’avrebbe fatta “pagare cara”. Il funzionario in sede di denuncia aveva dichiarato che Cusumano era di fatto rappresentante della maggior parte del teatri cittadini riuniti nell’associazione Federteatri.
Le indagini hanno evidenziato in particolare che nell’ambito della manifestazione “Palermo città della cultura 2018”, “i due complici, gestori di fatto di alcune associazioni culturali e organizzatori occulti di progetti, al fine di ottenere la liquidazione del finanziamento da parte della Fondazione Sant’Elia, avrebbero presentato una rendicontazione contabile, contenente una falsa documentazione fiscale con costi in realtà inesistenti o palesemente gonfiati per l’allestimento di iniziative culturali, utilizzando invece le somme ricevute a titolo di finanziamento per saldare debiti personali o per regalie a parenti e amici”. Le stesse modalità sarebbero state utilizzate da entrambi anche nell’organizzazione di un altro progetto realizzato nella casa circondariale Pagliarelli, destinato ai detenuti e alle loro famiglie, “predisponendo il rendiconto al Comune di Palermo per la liquidazione del finanziamento dell’iniziativa con falsi documenti attestanti costi mai sostenuti”.
A carico di Giulio Cusumano, inoltre, sarebbero emerse indebite ingerenze nelle procedure amministrative dello “Sportello Unico attività produttive del Comune di Palermo” (Suap), aventi a oggetto l’applicazione di sanzioni amministrative tra cui la decadenza e la revoca nei confronti dei titolari delle licenze comunali dei cosiddetti servizi pubblici di piazza (cocchieri, tassisti e motocarrozzette), prodigandosi in loro favore. Per paralizzare l’adozione di tali provvedimenti, l’ex consigliere comunale avrebbe escogitato “una vera e propria attività illecita consistente nell’esibizione al Suap, da parte dei titolari delle licenze, di certificazioni mediche attestanti false patologie al fine di garantirsi l’archiviazione dei procedimenti di revoca o decadenza da parte dell’ufficio pubblico”. Insieme ai due arrestati sono indagate altre 15 persone, accusate degli stessi reati, tra cui rappresentanti legali e referenti di associazioni attive nel mondo teatrale e culturale palermitano, nonché i titolari delle licenze comunali e alcuni medici del capoluogo.
“L’amministrazione comunale esprime apprezzamento per l’attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – ed esprime fiducia che venga accertata ogni eventuale responsabiltà. Ho dato mandato all’avvocatura comunale di costituirsi parte civile non appena sarà processualmente possibile”.