PALERMO – C’è un’indagata nel procedimento penale per la morte di Caterina Todaro e della piccola Desirè, la bimba che portava in grembo. Si tratta della ginecologa della paziente, la 41enne R. M. M., che oltre a esercitare in libera professione, lavora nel reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Buccheri-La Ferla di Palermo. Lo stesso ospedale dove la trentottenne palermitana incinta di otto mesi è stata trasportata e fatta partorire nel vano tentativo di salvare almeno la bimba, che invece è nata morta.
La professionista è indagata per omicidio colposo e interruzione di gravidanza. Oggi al Policlinico Antonella Argo, medico legale, ha eseguito le autopsie sulla salma della donna e sul feto. La morte della trentottenne sarebbe stata provocata da un “arresto cardiocircolatorio in paziente con shock emorragico, tamponamento cardiaco da fissurazione aortica”, mentre la bambina è spirata per “insufficienza utero-placentare”.
Bisognerà però attendere gli esiti degli esami istologici sui campioni prelevati e gli esami della documentazione clinica, sequestrata dai carabinieri della stazione di Acqua dei Corsari per avere delle certezze. “Al momento si sa – dicono gli avvocati che assistono il marito di Caterina Lorenzo Meschisi – che alle 12.33 la Todaro era ancora viva, a quell’ora ha inviato un whatsapp alla cognata: il marito, rientrato a casa per il pranzo, l’ha trovata riversa a terra nel corridoio del bagno appena mezzora dopo, alle 13.08 ha chiamato il 118 spiegando che sua moglie era in stato interessante con gravidanza quasi a termine. La prima delle tre ambulanze che sarebbero sopraggiunte, però, era senza medico e rianimatore e nella sala parto del Buccheri, dove è stato eseguito l’inutile taglio cesareo la trentottenne è arrivata, con massaggio cardiaco in corso solo alle 14.43”. E’ stata dichiarata deceduta alle 15.14. Lunedì saranno celebrati i funerali della mamma e della bimba.