di N. Bruno. Per tre ore è rimasto in balia delle onde attaccato a un salvagente. Per un miracolo è tornato sulla terra ferma, adesso è ricoverato nell’ospedale “Di Venere” di Bari-Carbonara. E’ ancora sotto choc dopo avere bevuto molta acqua, ma è riuscito a salvare la sua vita Giuseppe Petralia, catanese di 63 anni, il comandante del rimorchiatore “Franco P” affondato la scorsa notte, battente bandiera italiana, appartenente alla flotta della società Ilma, Impresa lavori marittimi di Ancona. Nella tragedia avvenuta al largo delle coste di Bari cinque membri dell’equipaggio sono morti e l’unico superstite è stato Petralia.[fvplayer src=”https://vimeo.com/711690597″ splash=”https://i.vimeocdn.com/video/1435030008-e5f832fc51fecf35775406db7ba38349f1c3261c851f049987272af9515c80f1-d_1920x1080?r=pad”]
Il rimorchiatore era partito da Ancona ed era diretto a Valona, in Albania: stava rimorchiando un motopontone, una piattaforma galleggiante per il trasporto di merci, alla deriva con 11 persone a bordo salvate dalle motovedette della Guardia costiera. A lanciare l’allarme è stato l’equipaggio della piattaforma al traino, quando si è reso conto che il rimorchiatore stava affondando. L’inabissamento è avvenuto in acque internazionali al limite tra la zona di responsabilità Sar italiana e quella croata, a 53 miglia dal porto di Bari. Da una prima ricostruzione l’equipaggio non avrebbe avuto nemmeno il tempo di lanciare l’allarme e le ricerche sono state rese più difficili dal forte vento che soffiava in quel tratto dell’Adriatico.
La prima imbarcazione a intervenire è stata la motonave Split che ha tratto in salvo il comandante del rimorchiatore il catanese Giuseppe Petralia, poi trasferito in ospedale. Alle ricerche, coordinate dalla Guardia Costiera di Bari, hanno partecipato mezzi militari e civili tra cui 5 mercantili e varie unità della guardia costiera e della guardia di finanza, coadiuvate dall’aereo ‘Manta’ della Guardia costiera e da velivoli della Marina militare, dell’Aeronautica Militare e dell’aviazione croata. Sulla vicenda la Procura di Bari ha aperto un fascicolo con le ipotesi di reato di naufragio e omicidio colposo. Le vittime sono due marittimi residenti a Bari, due marchigiani e un tunisino, cinque in tutto.