“La scuola italiana fa schifo”: con una maglietta che riporta in rosso questa scritta si è presentato oggi a scuola Francesco Intraguglielmo, uno studente siciliano di 19 anni che ha affrontato la prima prova degli esami di maturità a Enna. “Mi hanno detto di vestirmi in maniera consona alla prova che affronterò oggi. Non c’è modo più consono di questo – dice tra l’altro in un video -. In questo paese la scuola è l’ultima ruota del carro. Noi maturandi abbiamo perso quasi due anni di scuola. Siamo uno dei paesi in Europa che ha fatto più dad. In quel momento non capivamo appieno quanto ci stavano togliendo ma adesso che siamo alla fine del percorso, abbiamo preso consapevolezza”.
Il ragazzo ha svolto gli esami con la maglietta di protesta e ha giustificato la sua scelta dicendo che non si sarebbe “mai dato pace se non avessi tentato di attirare l’attenzione su una scuola ormai in cenere”. Al giovane risponde con un lungo post il sottosegretario della Lega Rossano Sasso. “Caro Francesco, ti scrive un ragazzo che nel 1993 da rappresentante d’istituto espose uno striscione con su scritto “ribellarsi è giusto”. Un po’ più romantico, se permetti, rispetto al tuo “la scuola fa schifo” con cui ti sei presentato agli esami di ‘maturità’. Questo giusto per dirti che sì, sono sottosegretario al ministero dell’Istruzione, ma sono stato studente anch’io e nella scuola ho anche lavorato per tanti anni”.
“Il tuo gesto di sfida nei confronti della comunità che, volente o nolente, ti ha formato per gran parte della tua vita, consentimi, è sbagliato”, aggiunge Sasso. Che però ammette: “Per due anni ti è stata negata la vita, la scuola in presenza, ti è stata negata la gioventù. Da quando mi sono insediato con questo governo ho lottato ogni giorno per mantenere le scuole aperte e in parte ci siamo riusciti, questo lo riconoscerai, ma resta la macchia indelebile della deprivazione culturale che la tua generazione ha subìto. Tu ti lamenti soprattutto perché per troppi giorni chi ci ha preceduto ha chiuso le scuole. Il mio impegno è quello di garantire agli studenti sempre più didattica in presenza”.