CATANIA – “Sono distrutto, mi sento un vuoto dentro incolmabile. Ho sempre promesso a mia figlia che l’avrei tenuta al sicuro come ogni buon padre farebbe, avrei dato la vita al posto suo, l’ho chiesto a Dio, ma non accetta sostituzioni. Non potevo mai e, dico mai, pensare che l’avrei dovuta proteggere proprio da sua madre. Tutti parlano dell’amore della mamma, ma nessuno parla mai dei sacrifici che fa un papà… Martina è un mostro, non meritava una figlia come Elena, speciale e unica in tutto. Elena vive. Ogni giorno. Dentro il mio cuore…”. Arrivano attraverso una dichiarazione affidata alla sorella Vanessa le prime dichiarazioni di Alessandro Del Pozzo, il padre della bambina di 5 anni uccisa dalla madre Martina Patti a Mascalucia.
“Ho sentito parlare di pazzia e di gelosia morbosa – aggiunge -, ma non ho sentito parlare di cattiveria e di sadismo. Come si può reputare un raptus quello che ha fatto Martina? Un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare. I momenti di pazzia sono susseguiti da momenti di lucidità. Non si è nemmeno pentita di aver ucciso la bambina. Ha messo Elena dentro dei sacchi della spazzatura, l’ha sotterrata, si è ripulita e ha ripulito, ha inventato un sequestro creandosi un alibi e ha colpito la sua macchina per inscenare un aggressione: 24 ore di bugie”.
“Un omicidio – ripete il padre di Elena – in cui ci si crea pure un alibi e si occulta il corpo non può essere un raptus di pazzia. Ho sentito parlare l’avvocato di Martina, il quale può solo fare questo: parlare e sprecare fiato perché davanti alla realtà non ci sono parole che possano cambiarla”. Alessandro Del Pozzo premette di “non avere alcuna intenzione di rilasciare un intervista perché sono troppo addolorato da ciò che è successo, ma lo reputo giusto nei confronti di mia figlia. Amo mia figlia più di ogni altra cosa al mondo. Era uguale a me in tutto e per tutto. Me l’ha uccisa! Me l’ha portata via… Non perché non volesse che legasse con la mia compagna, ma perché voleva mettermela contro… Le parlava male di me ogni giorno ed Elena me lo veniva a raccontare. Non ci sarebbe potuta riuscire perché io ed Elena siamo una cosa sola e lei la odiava per questo. Ha tentato tanto di parlare male di me fino al giorno che ha capito che non ci sarebbe riuscita e ha studiato come ammazzarla. Distruggendo la sua innocente vita…”
Secondo Del Pozzo, la donna “ha preso Elena dall’asilo un’ora prima perché già era preparata mentalmente. E questa è una chiara prova di una mente sana in grado di organizzarsi. Un suicidio sarebbe stato più plausibile. Elena aveva tutta la vita davanti e tanti traguardi da raggiungere”.
Uno sfogo terribile, che il legale di Martina Patti, Gabriele Celesti, preferisce non commentare: “Sono le dichiarazioni di un padre che meritano anche umana comprensione. Non sono questi il momento e la sede”. Domani in carcere si terrà l’interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo. L’udienza è stata fissata per le 9.30 dal giudice per le indagini preliminari Daniela Monaco Crea. L’indagata è accusata di omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. Sempre domani, a partire dalle 8.30, sarà eseguita l’autopsia sul corpo della bambina nell’obitorio dell’ospedale Cannizzaro di Catania. La Procura e l’avvocato Celesti, che difende la 23enne, hanno nominato i propri consulenti di parte. Martina è sorvegliata a vista nella sezione femminile della casa circondariale di piazza Lanza: è stata più volte chiamata in infermeria per il supporto psicologico, ma è tranquilla.