Era praticamente impossibile che avesse fatto tutto da sola, e infatti la pista della morte accidentale è stata scartata quasi subito. La confessione della sua maestra ha chiarito che Lisa, origini italiane, è stata uccisa a soli 11 mesi perché ha avuto l’unica colpa di piangere e la donna a cui era stata affidata in un asilo a Lione l’ha prima cosparsa e poi le ha fatto ingerire del Destop, un prodotto a base di soda caustica che si usa per sgorgare i tubi idraulici.
Myriam J., 27 anni, ausiliaria puericultrice dell’asilo privato People&Baby, è quindi accusata di omicidio volontario. In un momento di follia ha ucciso la piccola Lisa, che avrebbe compiuto un anno giovedì prossimo. Originario di Torre Boldone, paese alle porte di Bergamo, il padre della piccola si chiama Fabio Bertuletti, project manager nella gestione e pianificazione di progetti di linee aeree ad alta e altissima tensione che, dopo la laurea in ingegneria a Bergamo, ha lavorato per studi e ditte italiane per poi venire assunto dalla Consorzio Italia 2000 e trasferirsi in Francia con la moglie Sophie.
Mercoledì mattina, poco dopo le 8, l’intervento di ambulanza e vigili del fuoco nella sede dell’asilo nel terzo arrondissement di Lione. Nell’edificio c’erano solo loro due, Lisa già priva di conoscenza e la sua educatrice, e i soccorritori hanno immediatamente capito che le condizioni della bambina erano disperate. L’hanno trasportata all’ospedale Femme Mère Enfant di Bron, dove è morta nonostante i tentativi di rianimarla. La Procura di Lione guidata da Nicolas Jacquet ha aperto subito un’inchiesta e nel giro di un paio di giorni è arrivata la confessione della donna che “esasperata dal pianto della bambina – spiegano gli inquirenti francesi – prima l’ha cosparsa e poi le ha fatto ingerire un prodotto caustico”.
“La bambina piangeva, la voleva calmare ma non ci riusciva. Ha preso la prima cosa che ha trovato e ha compiuto un gesto dalle conseguenze molto gravi”, ha provato a spiegare l’avvocato Philippe Duplan, legale dell’educatrice, che l’ha definita come “una donna fragile” che “ha avuto da poco un aborto che l’ha sconvolta” e ha il fidanzato in prigione. “Non voleva ucciderla – ha aggiunto il legale – la bambina non smetteva di piangere e ha perso completamente e stupidamente il controllo”. “Non sopportavo più di sentirla piangere”, ha ammesso la ragazza in lacrime durante l’interrogatorio che ha preceduto l’incriminazione formale di omicidio volontario di minore sotto i 15 anni.
Verrà sottoposta a perizia psichiatrica; il procuratore Jacquet ha spiegato che le indagini proseguiranno per “determinare le circostanze esatte” di questa tragedia e “approfondire tutti gli elementi della personalità della ragazza”. Che, evidentemente, non doveva essere lì e non avrebbe mai dovuto fare quel lavoro. C’era un ottimo rapporto tra numero di bambini ed educatrici in quell’asilo, uno degli oltre 750 gestiti in tutta la Francia da un gruppo privato, che da mercoledì scorso non ha più riaperto. Per questo Fabio Bertuletti, 37 anni, l’aveva scelto con sua moglie Sophie, un anno più grande, sposata l’anno scorso dopo tanti rinvii per la pandemia. Figlio unico, è stato raggiunto dai suoi genitori Girolamo e Laura che sono partiti dalla Bergamasca, dove lui tornava appena poteva. Avrebbe dovuto farlo anche per festeggiare giovedì il primo compleanno della sua bambina, a cui i nonni erano legatissimi. Mercoledì si svolgerà invece il suo funerale.