“In Sicilia stiamo registrando entusiasmo intorno all’esperienza di governo di Nello Musumeci alla Regione. I dati dicono che oggi la Sicilia svetta in moltissime classifiche. Stiamo parlando della prima regione del Sud per stazione appaltante, della Regione più attenta ai disabili e che ha speso meglio i fondi europei”. Si presenta così la presidente di FdI, Giorgia Meloni, a una manifestazione per le amministrative a Messina.
“Bisogna fare una serie di cose che consentono al turisti di avvicinarsi più facilmente e poi c’è il tema delle merci. Il ponte sullo Stretto è un’occasione – dice Meloni -, un tema sul quale si è a lungo dibattuto, che racconta di un’Italia nella quale le cose si pensano, ma non si sanno fare”.
La leader di Fdi è arrivata a Messina per appoggiare la candidatura di Maurizio Croce alla poltrona di sindaco. “La solidarietà con l’immigrazione irregolare non c’entra niente – afferma -. Dicono che gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare. E’ falso: è a condizioni che gli italiani non vogliono fare. Immettere centinaia di miglia di disperati nel mercato del lavoro è un modo per creare competizione a ribasso tra lavoratori. Ecco perché l’immigrazione illegale di massa è finanziata dalla grande speculazione: è uno strumento nelle mani dei poteri forti. Ma se si prova a fare questo ragionamento dicono che siamo dei mostri”.
“Perché chi ci attacca deve dire che siamo dei mostri e che facciamo paura? Perché – spiegato Meloni – se ci dipingono così non sono più tenuti a risponderti. E’ il loro modo di scappare dal confronto perché sanno come rispondere ai problemi e alla domande che tu poni. Come diciamo che il tema dell’immigrazione e dei profughi non si possono mescolare, perché sono materie completamente diverse. Le foto delle donne e dei bambini ucraini non vi sembrano diverse di quell’immagine di uomini soli in età da lavoro che stipavano i barconi che arrivavano da noi? E io è da un decennio che dico che è difficile che scappino da una guerra, perché dalla guerra scappano donne e bambini, non gli uomini. Era un racconto voluto e forzato”.