CATANIA – Sedici persone arrestate, una posta ai domiciliari e una agli obblighi di dimora. E’ il bilancio dell’operazione Odissea della polizia di Catania, coordinata dalla locale Dda, di un gruppo legato alla cosca Santapaola-Ercolano che operava in provincia, tra Acireale e Aci Catena, e che si era riorganizzato dopo le scarcerazioni di loro elementi di spicco. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, estorsioni, usura, detenzione di armi e traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini del commissariato di polizia di Acireale e della squadra mobile di Catania sono state avviate nel gennaio del 2019 e si sono protratte fino al novembre del 2021.[fvplayer src=”https://vimeo.com/718200834″]
Secondo l’accusa il ‘reggente’ sarebbe stato Antonino Patanè, inteso “Nino Coca Cola”, operativo ad Aci Catena, che, ricostruisce la Procura, dopo essere stato scarcerato, nel novembre del 2018, avrebbe “assunto immediatamente la direzione del sodalizio, riorganizzandone la struttura e riattivando diverse estorsioni ai danni di imprenditori del territorio”. A lui si sarebbero uniti altri indagati, anche loro dopo essere stati scarcerati. Compreso Rosario Panebianco, inteso “Catta Bullata” tornato in libertà nel luglio del 2019 e indicato come il capo del gruppo di Acireale.
Dopo “la riunificazione degli storici vertici criminali”, ricostruisce la Dda di Catania, “in continuità con le attività delinquenziali del gruppo storico già facente capo al defunto Sebastiano Sciuto, sono state poi accertate con elevata probabilità molteplici fattispecie criminose tipiche dei gruppi mafiosi, come le estorsioni, lo spaccio di sostanze stupefacenti e l’usura”. Un supporto alle indagini è arrivato da diversi collaboratori di giustizia come Mario Vinciguerra, Carmelo Porto e Giovanni La Rosa.
Durante le indagini, il 21 dicembre 2021, il commissariato di Acireale ha arrestato Salvatore Indelicato, inteso “Turi u Spiddu”, ritenuto uno degli esponenti di spicco della famiglia mafiosa acese, che, con un complice, avrebbe preteso da un commerciante 2.000 euro per “comprare i panettoni per tutti”. L’arresto è stato frutto di un’indagine autonoma rispetto alla principale, spiega la Dda, “resosi necessario per scongiurare più gravi conseguenze”, e che “permetteva di riscontrare ulteriormente l’operatività del gruppo criminale e la sua pericolosità”. Le indagini hanno portato al sequestro dell’attività di un’autonoleggio utilizzato dal gruppo come base logistica per le riunioni associative.
GLI ARRESTATI: Rosario Albicocco; Fabio Arcidiacono, inteso “Fabio mafia”; Alfio Brancato; inteso “Alfiu u Piu”; Giuseppe Salvatore Costarelli; Carmelo Dandolo; Massimo Filippo Felice; Giuseppe Florio, inteso “Brioscia”; Salvatore Indelicato, inteso “U spiddu”; Salvatore Mangiagli, inteso “Mangiaglione”; Carmelo Messina, inteso “Melo u pisciaru”; Rosario Panebianco, inteso “Catta bullata”; Pietro Giovanni Pappalardo, inteso “Petru a ladra”; Antonino Patanè, inteso “Nino Coca Cola”; Mario Patanè, inteso “U Cavaleri”; Alfredo Quattrocchi, inteso “Alfio”; Fabio Sardo, inteso “Fabio Carapipi”.
Agli arresti domiciliari è finito Alfio Pappalardo. Obbligo di dimora con divieto di allontanamento dall’abitazione dalle 21 alle 7 per Giuseppe Palazzolo, inteso “U sucatu”.