Salario, crescita professionale, diritti e contrattazione, queste le parole chiave sul nuovo contratto della sanità che riguarda oltre mezzo milione di lavoratori. Un risultato importante, un obiettivo storico per i sindacati che per mesi si sono battuti per il nuovo ordinamento professionale nel comparto della sanità pubblica per il triennio 2019-2021. “Il primo risultato è stato raggiunto – spiegano i sindacati – e riguarda l’importante riconoscimento sul fronte economico con aumento minimo medio salariale mensile di 90 euro, ma sono anche previste specifiche indennità di categoria.
Il contratto interessa 545mila lavoratrici e lavoratori. L’accordo è stato firmato da Aran e da Cgil, Cisl, Uil, Fials, Nursind che esprimono grande soddisfazione per un risultato atteso da tempo. “Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo – spiegano i sindacati in una nota congiunta – riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario e la salute dei cittadini. Il contratto rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare da maggiori risorse e da assunzioni stabili. Si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro paese”.
“Un gran bel risultato, 545mila lavoratrici e lavoratori del comparto Sanità avranno finalmente il nuovo contratto. La firma dell’intesa è arrivata stanotte con il consenso di tutte le organizzazioni sindacali. L’accordo accresce diritti e tutele e porta un meritato incremento retributivo per tutto il personale del comparto”. Lo afferma il ministro della Salute Roberto Speranza. “In particolare, per i circa 270 mila infermieri, c’è una valorizzazione con aumenti tra i 146 e i 170 euro al mese. È un passo avanti importante che indica la direzione giusta”.