CATANIA – Non si arrendono i parenti dei tre pazienti deceduti al Cannizzaro dov’era stato trasferito l’infermiere Vincenzo Villani Conti, arrestato per omicidio premeditato pluriaggravato di due pazienti, morte tra il 2020 e il 2021, una il 2 dicembre, l’altra il 16 gennaio a causa di una massiccia somministrazione di Diazepan. I due decessi sarebbero avvenuti dopo il turno lavorativo notturno dell’infermiere. Poiché a cavallo dello stesso periodo c’erano stati cinque decessi, è stata disposta l’autopsia sui tutti i cadaveri, ma soltanto su due è stato trovato il medicinale iniettato, nonostante nelle cartelle cliniche non ne risultasse indicata la prescrizione, anzi, erano del tutto controindicati rispetto alle patologie sofferte dalle due donne.
L’esame autoptico eseguito sugli altri tre cadaveri non avrebbe evidenziato presenza di quel farmaco, ma le coincidenze sono troppe, dichiara il legale Fabio Maugeri, l’avvocato della famiglia di uno di quei pazienti, il 70enne Vito Zappulla, ricoverato per accertamenti dopo una riabilitazione prescritta a causa di una frattura. La sera prima stava benissimo, tanto che ha videochiamato i familiari, poi la notte è deceduto. Il cuore non ha retto, sarebbe stato un lapidario commento dei sanitari, secondo quanto hanno raccontato i parenti all’avvocato, che adesso chiede di riaprire il caso.