Il progetto si chiama “Stratificazione del rischio di patologie cardiovascolari in una popolazione apparentemente sana, come i donatori di sangue: dona con il cuore” ed è stato finanziato con il Psn 2018 all’azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello” di Palermo. Responsabile scientifico è la dott.ssa Patrizia Carta, dirigente biologo, ed è stato realizzato dall’Unità operativa complessa di Medicina trasfusionale e dei trapianti, diretta da Roberta Fedele, e afferente al dipartimento di Ematologia e malattie rare.
Utilizzando test di laboratorio ad alta sensibilità e specificità d’organo (cardio-specificità), come lo sono i metodi di ultima generazione per la misura delle troponine cardiache, che permettono un’accurata valutazione del rischio anche nei pazienti con impegno cardiaco ancora asintomatico, il team di ricercatori ha potuto rilevare anche piccole concentrazioni di troponina di tipo I in una popolazione sana, come per definizione sono i donatori di sangue. Questo ha consentito di creare delle tabelle per la stratificazione del rischio cardiovascolare, differenziate per genere, e con rispettive raccomandazioni per rischio basso, moderato ed elevato.
“La stratificazione del rischio – spiega Carta – è fondamentale per la gestione della prevenzione cardiovascolare ed ecco perché abbiamo deciso di puntare su questo progetto, avendo peraltro nella pratica empirica la possibilità di eseguire nei donatori il test della troponina I, in aggiunta ai test di screening per la qualificazione biologica previsti per legge”.
“Progetti come questo possono contribuire alla lotta alle malattie cardiovascolari, che appare ancora oggi prioritaria – conclude Carta – visto che continuano a rappresentare la prima causa di mortalità e ospedalizzazione, con un trend destinato a crescere secondo le ultime stime dell’Oms e impongono, dunque, un’azione concreta di educazione alla salute per migliorare la prevenzione di queste patologie, soprattutto in quei soggetti che registrano un rischio cardiovascolare medio-alto”. La ricerca è stata ritenuta meritevole del riconoscimento internazionale nell’ambito del programma Univants of healthcare excellence.
Nella foto da sinistra Francesco Gioia, Francesco Arcoleo, Aurelio Maggio, Patrizia Carta e Calogero Falletta.