CATANIA – Il gip di Catania Simona Ragazzi ha convalidato il fermo di Leonardo Fresta, 40 anni, con l’accusa di avere ucciso la convivente, Debora Pagano, 32 anni. L’uomo resta rinchiuso nel carcere di Piazza Lanza.
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Il quadro indiziario raccolto ha permesso di collocare la morte della donna nella serata di venerdì 8 luglio e di riscontrare una sequela di anomalie comportamentali da parte del fermato che hanno indotto la Procura all’emissione del fermo. Nell’ordine: lo stacco temporale di oltre un giorno e mezzo tra il momento della morte e quello in cui è stato dato avviso dallo stesso Fresta al 118, pur essendosi questi, a suo dire, immediatamente reso conto del decesso; le contradditorie versioni rese al personale sanitario del 118 intervenuto sui luoghi, rispetto a quelle fornite nell’immediatezza dei fatti alle forze dell’ordine, nonché rispetto a quelle rese in sede di interrogatorio; l’essere state rilevate sul corpo della vittima, da parte del medico legale, indicazioni tali da poter ragionevolmente escludere la causa naturale del decesso, in forza della presenza di numerose ecchimosi riscontrate in varie parti del corpo e della frattura dello sterno e di una costa; la presenza, rilevata mediante l’utilizzo del “Luminol”,di diffuse tracce ematiche all’interno dell’abitazione anche in ambienti diversi dal bagno, nonché una generalizzata, ed ingiustificata per le circostanze, opera di pulizia dei luoghi; l’acquisizione di immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona e le dichiarazioni rese da conoscenti e parenti della famiglia della vittima.