MESSINA – Circa 220 anni di reclusione, complessivi, per 35 imputati. E’ la sentenza della Corte d’appello di Messina nel processo scaturito da uno dei tronconi dell’operazione Dinastia, del febbraio 2020, della Dda contro 59 presunti appartenenti al clan dei barcellonesi. La struttura dell’accusa ha sostanzialmente retto giudizio di secondo grado che ha confermato gran parte della sentenza del Tribunale.
Scende a 9 anni e 4 mesi la condanna per Francesco Anania e Salvatore Bucolo; 10 anni per Antonino Recupero, Daniele Bertolami, Salvatore Felice Chillari e Carmelo Cannistrà; 5 anni per Pietro Bonfiglio, Fabio Crea, Carmelo Driacchio e Vincenzo Gullotti; 3 anni ad Alessandro Calderone; 4 anni a Dylan Seby Caliri; 10 anni e mezzo a Pietro Caliri; 2 anni e mezzo per Carmelo Chiofalo; 4 anni e 8 mesi per Carmelo Vito Foti, Salvo Di Mauro e Rosaria De Gaetano; 13 anni per Giovanni Fiore; 8 anni e 8 mesi per Vito Vincenzo Gallo; 1 anno e 4 mesi per Mattia Giardina; 2 anni a Francesco Iannello e Samuele Marino; 9 anni per Salvatore Laudani; 4 anni e mezzo per Mattia Jesus Piccolo; 8 anni e mezzo a Gjergj Preci; 8 anni e 1 mese a Giuseppe Puliafito; 15 anni e 4 mesi per Giuseppe Puliafito; 4 anni a Carmelo Quattrocchi; 12 anni e 2 mesi a Giuseppe Scalia; 3 anni e 4 mesi a Carmelo Tindaro Scordino; 6 anni e 8 mesi per Antonino Signorello; 4 anni e 4 mesi per Sergio Spada; 8 anni e 4 mesi per Andrea Villini. Assolti Francesco Scarpaci, Massimiliano Munafò e Claudio Febo.
Condanne confermate per Giovanni Crinò, Bernardo Mendolia, Lucia Bilardo, Lorenzo Mazzù, Santo Tindaro Scordino. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di spaccio di droga, associazione mafiosa ed estorsioni.