Un accesso vascolare efficiente rappresenta spesso la salvezza per i pazienti con insufficienza renale cronica che necessitano di terapia dialitica periodica e l’accesso artero-venoso su vasi nativi, comunemente denominato “fistola” (o Fav), è ormai riconosciuto essere la terapia migliore. Il reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Asp di Ragusa ha migliorato ancora questa tecnica realizzando la prima endoFav, cioè un sistema percutaneo con un innovativo sistema tecnologico denominato Ellipsys. Una tecnica che consiste nella realizzazione di una fistola artero-venosa non mediante il tradizionale approccio chirurgico ma per via percutanea endovascolare.
Già negli anni scorsi Domenico Patanè, direttore del Dipartimento Immagini del Cannizzaro, e Walter Morale, allora suo Aiuto e adesso direttore della Nefrologia iblea avevano realizzato la prima endoFav in Italia con la tecnica a radiofrequenza. La differenza con questo nuovo device consiste nella possibilità di realizzazione di una fistola artero-venosa per emodialisi sempre per via endovascolare ma senza ausilio della sala angiografica, senza utilizzo di mezzo di contrasto o di radiazioni, solo mediante l’utilizzo di un ecocolordoppler. La procedura risulta particolarmente utile nei pazienti emodializzati che presentano scarse risorse vascolari. Ragusa richiama pazienti da tutta la Sicilia generando una mobilità attiva, riferisce l’Asp, superiore al 41%.