CATANIA – Il presidente Giuseppe Castiglione ha convocato il Consiglio comunale di Catania mercoledì prossimo: ai primi due punti all’ordine del giorno la presa d’atto del Piano economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani 2022-2025 e l’approvazione delle tariffe della tassa sui rifiuti (Tari) per il 2022.
In merito alle due proposte deliberative, il sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi ha inviato una lettera al presidente e a tutti i consiglieri comunali, dettagliando le cause che obbligano l’amministrazione a presentare l’aggiornamento dei documenti contabili e di programmazione e i rischi che la mancata approvazione dei due atti comporterebbe per il Comune e per Catania.
“Il travagliato momento politico regionale e nazionale non deve distrarci, come amministratori che operano con scrupolo e coscienza, dall’ imminente determinazione dell’equilibrio del piano economico finanziario (Pef), relativo alla Tari per il 2022, da approvare entro il prossimo 31 luglio”, esordisce Bonaccorsi. “Dalla sua approvazione potrebbero determinarsi una serie di conseguenze, tali da rendere vani 4 anni di duro lavoro per correggere i conti del Comune e segnare in maniera indelebile il futuro di Catania. Nella fattispecie il costo di conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati, causa l’aumento del costo dell’energia e dei carburanti, è aumentato del 125%. Costi aggiuntivi che in teoria avrebbero significato l’aumento di 26,384 milioni di euro, un valore più che raddoppiato rispetto al 2021. Un dato, in realtà, sensibilmente attenuato sia dall’incremento di oltre il 300% della raccolta differenziata rispetto al 2018, con conseguenziali minori costi di conferimento, sia dai lusinghieri risultati ottenuti, nell’attività di accertamento dell’evasione/elusione, che hanno determinato un aumento di circa 5 milioni di euro del ruolo Tari, i cui benefici si vedranno compiutamente nel 2023″.
Nonostante questi risultati, spiega ancora Bonaccorsi, “l’impatto dell’aumento del costo per il 2022 avanzerà a un importo di circa 16 milioni di euro. Un valore che nella sua valenza di atto tecnico non tiene conto dell’eventuale trasferimento di risorse stanziate dalla Regione siciliana, che una volta determinate, così come già successo per i fondi emergenziali Covid del 2020 e del 2021, saranno destinate ai contribuenti a decurtazione dell’ammontare dovuto, diminuendo l’impatto del valore tariffario. A fronte di ciò sento il dovere di rappresentare ancora una volta le conseguenze inevitabili che la mancata approvazione del Pef – i cui effetti, seppur fortemente mitigati, sono dovuti esclusivamente all’aumento delle tariffe energetiche e di quelle dei carburanti – potrebbe comportare anzitutto l’impossibilità di finanziare il servizio di raccolta dei rifiuti per i mesi restanti, con nuovi debiti fuori bilancio da riconoscere, pena l’interruzione del servizio. A questo va aggiunta l’impossibilità di portare in equilibrio e approvare il bilancio di previsione del 2022, mettendo in discussione il regolare pagamento degli stipendi e il trasferimento di risorse alle partecipate, con il rischio che si possa paventare ancora una volta lo spettro del dissesto finanziario, che dopo anni di sacrifici stiamo per superare. Serve, dunque, una nuova straordinaria assunzione di responsabilità”.