“Martedì 5 luglio, al pronto Soccorso del presidio “Rodolico” si è presentato un uomo, rientrato da poco dall’estero, con sintomi che hanno fatto subito pensare ad un sospetto caso di malattia “Vaiolo delle Scimmie” precisa Gaetano Sirna, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “G. Rodolico – San Marco”. Il paziente è stato immediatamente preso in carico dal personale sanitario e trattato secondo i protocolli previsti in questi casi. Dopo i primi rilievi, è stato quindi trasferito e ricoverato nell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive dell’ospedale San Marco (diretta dal dott. Arturo Montineri), e posto in isolamento. La diagnosi, relativa alla presenza di virus Monkeypox, è stata confermata solo ieri, giorno 6 luglio, da esami di laboratorio. Le condizioni cliniche del paziente sono discrete con quadro clinico tipico. “Tengo a precisare –conclude il direttore Sirna- che si tratta di un caso di importazione della malattia e quindi non di contagio avvenuto nel territorio etneo. La malattia, tra l’altro, si trasmette non per via aerea, come nel caso di altri virus come il Sars-Cov2, ma per contatti stretti”.
Ed un caso di vaiolo delle scimmie è stato diagnosticato al Policlinico di Palermo. La conferma ufficiale è arrivata ieri dall’Istituto Spallanzani di Roma. Si tratta di un uomo di 46 anni che il 22 giugno scorso, a distanza di qualche settimana da un viaggio in Inghilterra, si era rivolto all’ambulatorio dell’UOC di Malattie Infettive e Tropicali perché insospettito da alcune lesioni cutanee. Nell’immediato è stato eseguito un primo test biomolecolare nel laboratorio dell’UOC di Microbiologia e Virologia che aveva dato esito positivo già il 23 giugno scorso. In attesa della conferma ufficiale l’uomo – che dal punto di vista clinico è sempre stato bene – è rimasto sempre in isolamento al suo domicilio. Oggi non vi sono più segni della malattia, il paziente non è più contagioso e per i medici risulta guarito.