Il sistema immunitario ha un ruolo centrale nel processo di riparazione dei tessuti. A rispondere per primi al danno tissutale sono, infatti, due particolari cellule del sangue (monociti e macrofagi) con il rilascio di chemochine, citochine, proteine e fattori di crescita. Una delle tecniche utilizzate per la rigenerazione dei tessuti prevede proprio l’infiltrazione di questo tipo di cellule. Parte da questi presupposti scientifici un progetto di ricerca sull’efficacia dei trattamenti in medicina rigenerativa in corso di osteoartrosi che viene sperimentato nel corso dell’attività clinica dal Centro hub di terapia del dolore per la Sicilia Orientale dell’ospedale San Marco di Catania. Il progetto ha già avuto un riconoscimento dall’Area Culturale Dolore nell’ambito del XXI Congresso Nazionale Siaarti (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva).
“L’artrosi, quale patologia degenerativa che colpisce le articolazioni sottoposte a maggior carico causando il deterioramento della cartilagine, rappresenta una delle cause di disabilità più frequenti, provocando dolori intensi, riducendo la capacità di movimento e limitando l’autonomia dei pazienti – spiega il direttore del centro Salvatore Caramma (nella foto) -. Il trattamento infiltrativo con i monociti, prelevati dal sangue periferico del paziente, rappresenta uno dei trattamenti rigenerativi maggiormente all’avanguardia. L’analisi comparativa dei dati emersi rispetto alla terapia infiltrativa con acido ialuronico ad alto peso molecolare ha evidenziato una differenza statisticamente significativa in favore del trattamento con monociti, con tempi di recupero per i pazienti significativamente più celeri e con risultati più efficaci”.
“L’utilizzo dei monociti nella gonartrosi – continua Caramma – favorisce il rimodellamento osseo grazie a un fattore di crescita specifico per la rigenerazione ossea, migliora l’angiogenesi ma soprattutto l’equilibrio omeostatico dell’articolazione attraverso l’attività macrofagica”. Nella patologia artrosica gli interventi terapeutici tradizionali (terapie farmacologiche, infiltrazioni di acido ialuronico, cortisone), utilizzati per il trattamento del dolore, per il miglioramento della funzionalità articolare e per rallentare la degenerazione cartilaginea, hanno finora dato risultati che non sempre soddisfano pienamente il paziente. Anche in questo innovativo processo terapeutico che utilizza cellule sanguigne sarà la multidisciplinarietà, con il coinvolgimento della medicina trasfusionale in primis, trattandosi di emocomponenti, a garantire la sicurezza e la tracciabilità del prodotto e una ancora migliore efficacia.