Due importanti delibere per il futuro degli impianti sportivi cittadini sono state adottate ieri sera, senza voti contrari, dal consiglio comunale a conclusione di una brevissima riunione, in seconda convocazione, del civico consesso. Con sedici voti favorevoli e un astenuto, è stata approvata l’esternalizzazione della conduzione, gestione e uso a terzi dello stadio Angelo Massimino, unitamente alle linee guida di gestione, sino a un massimo di venti anni, del principale impianto sportivo della città di Catania.[fvplayer id=”145″]
Sulla base della delibera proposta dall’amministrazione comunale nella persona dell’assessore allo Sport Sergio Parisi, varata ieri dall’assemblea cittadina, la direzione comunale politiche comunitarie-fondi strutturali-politiche energetiche-sport, servizio attuazione con fondi Ue di progetti di riqualificazione urbana e transizione green redigerà il piano economico finanziario e di conduzione della struttura, lo schema di contratto e il relativo bando affinché sia dato corso al procedimento di affidamento esterno, con relativi importanti risparmi di gestione e manutenzione dell’impianto per il Comune e una migliore efficienza e funzionalità dello storico stadio Massimino di Cibali.
Nella stessa seduta consiliare con diciassette voti favorevoli degli altrettanti componenti dell’assemblea comunale presenti in aula, è stata adottata anche la delibera proposta dall’amministrazione comunale per l’esternalizzazione della conduzione, gestione e uso a terzi di altri 8 impianti sportivi comunali, 7 per il calcio e uno per il rugby: Monte Po, Duca D’Aosta, IV Novembre, Zia Lisa, Velletri, Seminara, San Teodoro, Nesima, dando mandato anche in questo caso agli uffici della direzione politiche comunitarie e sport di redigere il piano economico finanziario e di conduzione della struttura, lo schema di contratto e il relativo bando finalizzato per l’affidamento delle concessioni, a seguito dell’esperimento di procedura di selezione a evidenza pubblica. Nel provvedimento vengono fissate anche una serie di modalità gestionali degli impianti, precisando l’uso sportivo sia agonistico sia amatoriale delle strutture, anch’essi per la durata massima di venti anni, fermo restando che viene riservato all’Ente il controllo sulla conduzione delle strutture concesse in gestione a terzi.