LETOJANNI (MESSINA) – Il diciottenne B. F. è stato fermato nella notte dai carabinieri di Taormina con l’accusa di avere ucciso il 56enne Massimo Canfora nella sua abitazione di Letojanni, al numero 9 della centralissima via Nenzi. Il giovane di origine tunisina è residente nel paese messinese. Contestato il reato di omicidio aggravato. Il pubblico ministero, ravvisando il pericolo di fuga, ha emesso il provvedimento di fermo e disposto la reclusione nel carcere di Messina Gazzi, in attesa della convalida.
La visione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza lungo la via di fuga percorsa dal giovane hanno permesso di stabilire la compatibilità degli indumenti trovati in casa con quelli da lui indossati nel momento in cui è stato ripreso dalle telecamere. Il sopralluogo effettuato dagli uomini del Ris di Messina ha permesso di repertare diverse tracce ematiche nell’abitazione della vittima e di trovare a fianco del cadavere l’arma del delitto, un coltello da cucina con una lama di circa 10 centimetri, ancora sporco di sangue. Sono ancora in corso ulteriori accertamenti finalizzati, fra l’altro, a chiarire il movente e a escludere l’eventuale coinvolgimento di altri.
I carabinieri battono però diverse piste. E’ valutato anche il movente passionale. Il pm ha emesso il fermo, dicono gli investigatori, “sulla base di una prima valutazione delle fonti di prova acquisite e ritenendo la ricostruzione fornita dal giovane in contrasto con le dichiarazioni testimoniali acquisite dagli investigatori, avendo ravvisato il pericolo che, nelle more del procedimento, l’indagato possa darsi alla fuga o fruire di connivenza e protezione in ambienti criminali o familiari, anche in ragione delle sue origini tunisine”.
Il ragazzo si dichiara innocente. “Il mio assistito ha detto di non conoscere l’uomo che è stato trovato morto nel suo appartamento a Letojanni escludendo anche qualsiasi rapporto di qualsiasi tipo anche sessuale con la vittima”, spiega l’avvocato Giuseppe Marino. “E’ un bravo ragazzo, lavora come cameriere in un locale a Letojanni e prima lavorava in un altro ristorante a Taormina sempre come cameriere. E’ un lavoratore onesto e non ha mai fatto male a nessuno e non ha precedenti. Si trovava in quel palazzo perché è andato a trovare un altro ragazzo tunisino suo amico. E’ stato individuato come colpevole perché è scappato spaventato. Ha riferito che sarebbe stata un’altra persona a colpire Canfora: lui ha sentito qualcosa ed è entrato nella stanza avrebbe visto il sangue e si sarebbe appoggiato incautamente su alcuni oggetti macchiandosi così i vestiti. Poi sarebbe fuggito in preda al panico. Siamo certi che la verità emergerà”.