Due storiche pizzerie di Sciacca, ‘Conte Luna’ e ‘In Pausa’, hanno deciso di abbassare le loro saracinesche, alzando di fatto bandiera bianca contro l’aumento vertiginoso del costo dell’energia elettrica e del gas. “Non possiamo più lavorare per pagare bollette già aumentate di oltre il 300%, sapendo che a breve ci saranno ulteriori rincari”, dice Mirella Lombardo, titolare della pizzeria ‘Conte Luna’. “Dopo 43 anni di attività – aggiunge – non solo non riusciamo più a sostenere questa situazione, ma non possiamo nemmeno permetterci di aumentare ulteriormente i prezzi di vendita dei nostri prodotti. L’ultima volta lo abbiamo fatto lo scorso mese di gennaio, ma anche i nostri clienti hanno le loro bollette da pagare”.
“A luglio del 2021 – dice ancora Mirella Lombardo – di corrente elettrica avevamo pagato 1.635 euro, quest’anno siamo saliti a 4.500. Ad agosto situazione nettamente peggiorata: da 2.000 euro di bolletta dello scorso anno siamo saliti a 6.300 euro. Per il mese di settembre ci aspettiamo un altro salasso, ecco perché è giunto il momento di dire basta”.
“La situazione è precipitata in pochi mesi”, dice Giuseppe Termine, proprietario di una catena di attività commerciali del settore agroalimentare, tra cui la pizzeria ristorante ‘In Pausa’, che si è visto costretto a chiudere. Esercizio all’interno del quale lavoravano 9 persone. “Al momento – dice – sono riuscito a distribuire questi dipendenti nelle altre mie attività, ma non so per quanto tempo potrò andare avanti, se non arrivano ristori immediati dovrò continuare a chiudere”. Termine sottolinea inoltre che il caro bollette ha rappresentato solo la mazzata finale. “Dopo l’aumento del gasolio, nei mesi scorsi, lo stesso settore dei trasporti ha generato rincari spaventosi sulle stesse materie prime, dalla farina ai latticini”, conclude.
Anche Confcommercio Sicilia punta l’attenzione sulla crisi che si abbatterà nei prossimi mesi sulle imprese siciliane e decine di migliaia di famiglie. E’ stato predisposto un documento che è stato inviato questa mattina dalla sede di Palermo della federazione di categoria ai vertici nazionali di Confcommercio per annunciare l’avvio di una azione di mobilitazione su vasta scala. “Le piccole e medie imprese dei nostri comparti – è scritto nel documento firmato dal presidente regionale Gianluca Manenti che ha ottenuto in proposito l’avallo della giunta siciliana – si trovano schiacciate da costi divenuti insostenibili per l’approvvigionamento di materie prime e di energia. Tutto ciò produce effetti a cascata terribilmente negativi sull’economia e la società siciliane. Come federazione di categoria operante sul territorio siciliano, paventiamo la conclusione dell’attività di centinaia e centinaia di realtà con conseguenti sospensioni dal lavoro o licenziamenti per migliaia di lavoratori. Ma non solo. E’ incombente il rischio di precipitare in condizioni di povertà relativa per quasi un quarto della popolazione. Un problema che naturalmente riguarda l’intero Paese ma che in Sicilia è aggravato dal fatto di partire già da una condizione di svantaggio”.
“Purtroppo – è spiegato ancora – le misure finora adottate si sono rivelate insufficienti a fronteggiare una situazione che appare in peggioramento; e alcune evidenziano problemi di attuazione da correggere urgentemente, come la tassazione dei superprofitti delle imprese produttrici e fornitrici di beni energetici, mentre resta sullo sfondo il piano di emergenza energetica per il prossimo inverno, con ipotesi di razionamento del gas malgrado le direttive sul risparmio dei consumi energetici. Intendiamo dare un segnale forte. Magari “fermando” per un giorno intero la Sicilia. Chiederemo un confronto immediato e risolutivo sulla crisi dell’energia. Non è possibile attendere oltre. Più giorni passano, più attività imprenditoriali si perdono. E non lo possiamo consentire”.