Sono otto le liste elettorali che hanno superato lo sbarramento del 5%, previsto dalla legge regionale, e quindi eleggono deputati all’Assemblea siciliana. Per 11, invece, non scatterà alcun seggio. L’en plein lo fa il centrodestra: 5 su 5. Ritorna all’Ars così il simbolo della Dc: il partito di Totò Cuffaro ha superato il 6%. Staccano il biglietto per sala d’Ercole anche i Popolari e autonomisti di Raffaele Lombardo (una manciata di voti in più della Dc), Lega-Prima l’Italia con poco più del 6%;
FdI e Fi, quando mancano poche sezioni alla fine dello spoglio, si contendono il primato nella coalizione, con un vantaggio in questo momento ad appannaggio del partito di Giorgia Meloni, sopra il 15%. Nel centrosinistra rimane fuori Centopassi, poco sopra il 3%, con il suo leader Claudio Fava che ieri ha annunciato, dopo 30 anni, il ritiro dall’impegno politico, mentre il Pd si attesta sotto il 13%.
Nessun seggio per Azione-Iv-Calenda, intorno al 2% e Sicilia Vera: la lista che porta il nome del movimento di Cateno De Luca non arriva neanche al 3%. Su nove liste presentate – anche se non in tutti i collegi – per l’ex sindaco di Messina supera la soglia soltanto la lista “De Luca sindaco di Sicilia-Sud chiama Nord”, che va oltre il 13%. Sopra il 13% anche il M5s. Appena lo 0,4% dei voti, invece, per la lista dei Siciliani liberi.