In base all’evoluzione dei complicati conteggi dovuti al Rosatellum cambiano alcuni nomi degli eletti ai seggi proporzionali in alcuni collegi plurinominali delle Politiche di domenica scorsa, ma le variazioni sono a saldo zero per quanto riguarda i partiti. Ad esempio, la Lega che rispetto a ieri ha “guadagnato” due deputati in Lombardia (Umberto Bossi e Giulio Centemero), ne ha persi altrettanti tra Emilia Romagna e Sicilia.
In Sicilia nel collegio Sicilia 1 P02 non sarebbe stata eletta Annalisa Tardino della Lega. Secondo questa novità in Sicilia nei collegi plurinominali alla Camera sono stati eletti sei deputati col M5s, 5 con Fdi, 3 col Pd, 1 con la Lega, 2 con Iv-azione e 2 con Forza Italia. Il seggio tolto alla Lega andrebbe al vicesegretario Pd Giuseppe Provenzano che già era risultato eletto nel collegio Sicilia 1 P01. In uno dei due seggi assegnati al Pd, in base ai calcoli elettorali, entrerebbero alla Camera o Teresa Piccione o Giovanna Iacono.
I cambi riguardano gli eletti di 12 regioni. E i nomi che appaiono oggi su Eligendo vanno comunque considerati ancora provvisori perché alla fine la Cassazione dovrà considerare anche le compensazioni che riguardano i candidati plurieletti. La leader di FdI Giorgia Meloni, a esempio, è stata eletta in più collegi e libererà così posti che dovranno essere assegnati scorrendo la graduatoria nei listini. Lo stesso vale per gli altri parlamentari che si sono presentati in più collegi.
Saranno i magistrati della Cassazione a dover calcolare algoritmi e coefficienti da applicare nei vari casi. Il tempo che passa tra la data delle elezioni (25 settembre) e la prima riunione delle Camere prevista per il 13 ottobre serve all’Ufficio elettorale della Cassazione per fare questi calcoli con la massima precisione. Ci sarà quindi la proclamazione degli eletti e poi anche i ricorsi di chi contesterà l’assegnazione dei seggi. Anche il M5s – è un altro esempio – rispetto ai dati di ieri ha perso due seggi in Lombardia, ma ne ha guadagnato uno in Calabria e uno in Umbria. Cambiano i nomi, dunque, ma non il numero dei parlamentari eletti di ciascun partito.