FIUMEDINISI (MESSINA) – “Io ho perso. Ma non credo che i siciliani abbiano vinto…”. Su Facebook si arrende, ma con il suo movimento è riuscito a fare eleggere in altrettanti collegi uninominali, partendo dalla sua ‘roccaforte’, Messina, due parlamentari con la lista che richiama il suo nuovo sogno, ‘Sud chiama Nord De Luca sindaco d’Italia’: Dafne Musolino al Senato e Francesco Gallo alla Camera. Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, assorbe la sconfitta nel duello contro Renato Schifani per la presidenza della Regione, ma di sicuro qualche colpo lo ha battuto.
Temuto dai competitor politici per il suo appeal elettorale e la sua capacità di interessare gli interlocutori, con la sua forte personalità ha condotto una campagna elettorale a tratti ‘aggressiva’, tanto da fargli confermare il soprannome di ‘Scateno’. E’ stato presente sul territorio, battuto palmo a palmo, e ‘assillante’ sui social, con comunicati e video. Leader di Sicilia Vera, sposato, due figli, è stato un ‘finto’ outsider delle Regionali nell’isola: i dati lo danno secondo per il ruolo di governatore, dietro al candidato del centrodestra, nella successione a Nello Musumeci, ma non ha perso la speranza di coronare il suo sogno da bambino, mai nascosto: diventare presidente della Regione. Anzi, per dirla alla sua maniera, ‘sindaco di Sicilia’. Ha atteso i risultati a Fiumedinisi, nel Messinese, postando foto mentre cucina all’aperto e “mangiando un bel galletto ruspante bollito nel mio angolo di paradiso e poi porto a spasso il mio vitellino Valentino”.
E’ conosciutissimo in Sicilia, meno fuori dall’isola, ma il suo movimento è presente anche in Calabria, Puglia, Emilia-Romagna e Abruzzo. E il suo sguardo va oltre lo Stretto. Perché Cateno De Luca coltiva un altro sogno: diventare premier. In campagna elettorale si è presentato con un programma concentrato in dieci punti e come l’alternativa alla politica tradizionale, nonostante sia stato sindaco di tre comuni, due volte a Fiumedinisi, dove è nato, a Santa Teresa Riva e Messina, con più passaggi da deputato all’Assemblea regionale siciliana.
Tra le ‘immagini’ del suo passato che hanno portato al soprannome di ‘Scateno’, quella del dicembre del 2007 quando, allora parlamentare del Mpa, per protesta si è spogliato nella sala stampa dell’Ars rimanendo coperto soltanto da una bandiera giallorosa con la Trinacria, simbolo della Sicilia, legata alla vita. Durante il lookdown per l’emergenza coronavirus si è reso protagonista, da sindaco di Messina, di dure proteste agli imbarcaderi che hanno portato allo ‘scontro’ anche col Viminale.
Nella Città dello Stretto è riuscito a fare eleggere come suo successore il suo vice, Federico Basile, che ha ottenuto anche il premio di maggioranza in consiglio comunale. De Luca sa essere una ‘macchina’ elettorale. Gestisce la sua campagna con l’abilità di chi sa come convogliare il dissenso e con l’attenzione alle esigenze delle persone che conosce bene anche per il suo ruolo di leader nei patronati Fenapi, con centinaia di sedi in tutta Italia. Durante la campagna elettorale ha fatto tappa in 320 comuni della Sicilia e si è fatto appoggiare da trecento candidati in 39 liste. E annuncia che è soltanto l’inizio per la crescita del suo movimento, quello di ‘Scateno’.