STROMBOLI (MESSINA) – Le fiamme, che hanno incenerito una grande parte dell’isola di Stromboli, divampate il 25 maggio scorso dal set della fiction ‘Protezione civile’, per la regia di Marco Pontecorvo e con Ambra Angiolini fra gli interpreti, prodotta dalla Società 11 Marzo Film Srl, sono rimaste indelebili nella memoria degli abitanti e dei villeggianti dell’isola dell’arcipelago delle Eolie. E sono in molti a pensare che quel disastro, che ha bruciato ettari di vegetazione, sia una delle cause dell’inondazione che ha provocato milioni di danni il 12 agosto.
Ora Stromboli dice no alla prosecuzione delle riprese della fiction che sarebbe dovuta andare in onda sulla Rai. Il diniego alla richiesta avanzata dalla società di produzione è arrivato dalla stragrande maggioranza dei cittadini, circa un centinaio, intervenuti ieri sera, nel consueto incontro settimanale con il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ma competente anche su Stromboli, che si è svolto in una chiesa. Completare il documentario? Non ci sono i presupposti. E’ perentorio il primo cittadino: “La produzione della fiction sulla ‘Protezione civile’ e sul cui set si sviluppò l’incendio che devastò la montagna di Stromboli non ha mai avuto alcuna volontà di collaborazione dopo il rogo, né assumendosi la responsabilità del rogo e le conseguenti azioni di ristoro ma addirittura ha lasciato l’isola come se non fosse accaduto nulla”, dice Gullo.
“Anche dopo l’inondazione, che la magistratura stabilirà se collegata ai danni causati dalle fiamme, la società non ha espresso alcuna solidarietà manifesta e concreta. Non bastano atteggiamenti da finzione e non concreti”, aggiunge. Pertanto, “l’autorizzazione a completare il filmato dovrebbe darla il Comune che guido – osserva -. Ma per questi comportamenti rilevati dopo il rogo e prendendo atto della volontà della popolazione, non mi pare che tale permesso possa essere rilasciato”.
Intanto facendo un bilancio dei danni dopo lo smottamento, Gullo spiega: “La prima fase dei lavori che era quella di liberare le strade e gli immobili dal fango si è conclusa, adesso bisogna concentrarsi sulla costruzione di opere per la tutela del territorio da eseguire anche grazie allo stato di emergenza deliberato nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri”. La società produttrice del documentario dopo il rogo sostenne: “Alla luce dei primi rilievi e dei dati raccolti sul luogo dell’incidente, l’accaduto sembra dovuto al caso e all’imprevedibile”. “Di certo c’è che dove l’incendio ha bruciato la vegetazione, l’acqua che ha provocato la scorsa inondazione non ha incontrato ostacoli, in altri casi dove erano presente le piante i danni sono stati limitati”, ricorda Gullo.