LAMPEDUSA – Hanno uno e due anni le vittime della nuova tragedia che accaduta al largo di Lampedusa. I piccoli, che erano su un barcone carico di migranti diretto verso le coste siciliane, sono deceduti a causa di gravissime ustioni dopo una forte esplosione. La capitaneria di porto che ha trasportato i 37 salvati verso molo Favarolo non ha certezza sulle dinamiche dell’incidente. In un primo momento si era diffusa la notizia dell’esplosione di una bombola, ma se fosse stata questa la causa il barchino sarebbe colato a picco e le vittime sarebbero state molto più numerose. Verosimilmente – ma spetterà all’inchiesta chiarirlo – è andato a fuoco uno dei bidoni di benzina che era la scorta di carburante.
Tre migranti sono stati trasferiti con elisoccorso all’ospedale Civico di Palermo, altri tre si trovano al Poliambulatorio di Lampedusa dove il loro quadro clinico – meno grave rispetto a quello della donna incinta, del bimbo di 2 anni e di un giovane che sono stati spostati d’urgenza – viene valutato dai medici. Le salme dei due bambini – un maschietto e una femminuccia – sono state invece già portate nella camera mortuaria del cimitero, a Cala Pisana.
La Procura indaga per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. “Ci sono due bambini piccolissimi morti bruciati e diversi feriti – conferma il procuratore capo, facente funzioni, Salvatore Vella -. I migranti sono stati trasbordati sulle unità di soccorso e il barchino è stato lasciato alla deriva ancora galleggiante”. Nessuno ha certezza di quello che è avvenuto su quella carretta del mare, ma il fatto che il barchino sia stato lasciato alla deriva ancora galleggiante è indicativo del fatto che non può esserci stata una esplosione sul natante. Spetterà comunque all’inchiesta, che è stata appena aperta, fare chiarezza su cosa abbia determinato l’incendio a bordo.