C’è un caso di West Nile a Catania, il secondo in Sicilia. Dopo la morte nel Trapanese del pittore Momò Calascibetta di 73 anni, infettato dalla zanzara del Nilo, adesso c’è una 72enne ricoverata in serie condizioni all’ospedale San Marco di Catania. Sulla vicenda c’è un grande riserbo da parte dell’Azienda Policlinico, ma la notizia sembra certa. Si presume che la donna, che ha anche altre patologie, abbia contratto la malattia a Ramacca dove vive in una casa di campagna assieme al figlio di 33 anni. L’Asp di Catania annuncia di aver avviato dei controlli in alcuni allevamenti della zona, indagini epidemiologiche accurate.
La febbre del Nilo di solito non è mortale, spiegano gli infettivologi, e spesso non procura sintomi. Solo nel 20% dei casi si può manifestare con febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Solo un paziente su 150 sviluppa un grave coinvolgimento del sistema nervoso centrale con encefalite.
Per evitare allarmismi, occorre sottolineare che la trasmissione della malattia non avviene da persona a persona, ma nella quasi totalità dei casi attraverso le punture di zanzare infette. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo.