PALERMO – Due persone sono finite agli arresti domiciliari in seguito a un’indagine della guardia di finanza su un episodio di corruzione. Protagonisti un imprenditore e un funzionario del Dipartimento protezione civile della Regione siciliana. Quest’ultimo, il 63enne Luigi De Luca, in qualità di addetto alle procedure di liquidazione, in cambio di denaro si sarebbe adoperato per velocizzare i controlli di propria competenza e sollecitare i propri colleghi a svolgere prontamente i loro adempimenti, affinché venissero celermente pagate fatture per circa 130.000 euro. [fvplayer id=”289″]
L’imprenditore, il 69enne Sebastiano Grillo, in qualità di referente di due società del Messinese operanti nel settore edile (Nuova Tecnopolis srl e Grillo Infrastrutture srl) aveva svolto lavori pubblici commissionati da Comuni delle province di Caltanissetta e Messina. Nel proprio ufficio, durante due incontri ripresi dalla guardia di finanza, il pubblico ufficiale in cambio del suo aiuto avrebbe ottenuto dall’imprenditore somme di denaro consegnate in 3 pacchetti lasciati sulla scrivania e presentati, all’atto della consegna, come “caramelle”.
Il primo passaggio di soldi avviene il 16 giugno del 2021. Quello stesso giorno per accelerare i pagamenti De Luca chiama la funzionaria della protezione civile di Ragusa competente del piano di intervento del territorio agrigentino e nisseno e nonostante un impedimento relativo alla mancanza della fideiussione invita la funzionaria a procedere con il pagamento. Intervento che sblocca l’iter tanto che i finanzieri il 23 luglio registrano una telefonata in cui De Luca chiama Grillo e gli dice: “Ha visto?”. Grillo risponde che non ha visto i soldi, ma De Luca lo tranquillizza: “Vabbè, però ormai in dirittura, se non sono oggi pomeriggio sono lunedì”.
Il secondo episodio il 25 agosto 2021. Qui sarebbe avvenuto il secondo passaggio di denaro. I lavori, come si legge nell’ordinanza del gip, stavolta sono quelli del Comune di Novara di Sicilia per un importo complessivo inizialmente di 150 mila euro, poi dopo una variante il costo è salito a 201 mila euro. Il pagamento di queste somme doveva avvenire secondo il regime di liquidazione della contabilità ordinaria, dipartimento di cui era responsabile De Luca. Per questo Grillo si presenta di nuovo da De Luca. Anche in questo caso le telecamere riprendono il passaggio di un pacchetto di soldi sulla scrivania dell’impiegato della protezione civile. E anche in questo caso nonostante la pratica non sia ancora conclusa il funzionario si mette a disposizione “Ci penso io, ci penso io”.
Nel telefono sequestrato a De Luca sono stati trovati, su WhatsApp, contatti con altri imprenditori che lavorano con la protezione civile. Grazie alla chat, scrive il gip Paolo Magro, “si è scoperto che il funzionario liquidatore era solito interloquire con diversi altri imprenditori circa le rispettive pratiche anche inviando foto di schermate e documentazione di atti di avvenuti pagamenti”. Gli imprenditori chiedevano di non essere abbandonati e sostenevano di essere “nella sue mani”.
E lui rispondeva: “Tutto quello che posso fare, ma come hai visto non dipende da me purtroppo. Vedo cosa posso fare lo sai che mi impegno come posso”. Due degli imprenditori con cui il funzionario chattava sono indagati dalla Procura di Catania per corruzione. Il 26 dicembre dello scorso anno con uno degli imprenditori De Luca si lamentava di avere trascorso un povero Natale: “Quest’anno non ho potuto brindare e mangiare il panettone. L’insalata scondita senza olio. Nonostante tutto, buon pranzo amico mio. A poche parole”. E l’imprenditore rispondeva: “Gioia mia, senza coccole se non ci penso io a te non ti pensa nessuno”. E De Luca replicava: “E quannu”.