MESSINA – Un consulente del lavoro e sei imprenditori della provincia di Messina sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato. La guardia di finanza ha scoperto un articolato disegno criminoso, ideato per ottenere indebiti vantaggi fiscali, compensi e indennità, manifestando assunzioni fittizie di lavoratori. Nel dettaglio, i sei imprenditori indagati, con la determinante partecipazione del consulente, avrebbero consapevolmente creato le società oggetto d’indagine, risultate assolutamente improduttive e prive di alcuna struttura aziendale, al solo fine di instaurare i fittizi rapporti di lavoro scoperti, anche di breve durata, comunque sufficienti a giustificare le illecite richieste di indennità contributive in pregiudizio del sistema previdenziale nazionale e dell’erario.
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Per gli accusati è scattata la misura interdittiva del divieto temporaneo di svolgere attività professionale o imprenditoriale per la durata di un anno. Le investigazioni, sviluppate in collaborazione con gli ispettori dell’Inps, hanno preso il via dal monitoraggio di alcune imprese che, in modo anomalo, beneficiavano di cospicue agevolazioni previdenziali, con particolare riferimento al cosiddetto “bonus Renzi”.
Le false assunzioni consentivano di giustificare l’indebita percezione dei contributi assistenziali a sostegno del reddito, legati alle indennità Covid e principalmente alla cosiddetta Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego). Quest’ultima consiste in una prestazione sociale che serve a garantire una tutela economica ai lavoratori subordinati che hanno perduto involontariamente l’occupazione, garantendogli la corresponsione del 75% della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni.
Complessivamente, nell’ambito dell’intera indagine, sono state segnalate alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ben 51 persone. Per gli indagati è stato applicato il sequestro delle somme indebitamente percepite, per un ammontare di circa 200.000 euro.