CATANIA – “Non ci fermiamo, faremo ricorso al Tar perché temiamo che si verificheranno altre situazioni analoghe”. L’avvocato Riccardo Campochiaro, legale della ong Humanity One e presidente del Centro Astalli di Catania, annuncia nuove lotte. “La vicenda su Humanity 1 più urgente si è chiusa – aggiunge -, con lo sbarco di tutti i migranti è stata fatta giustizia. Rimangono in sospeso alcune questioni: perché i migranti sono stati fatti scendere, se è stato il governo o sono stati i medici a decidere. Il ricorso al Tar lo faremo, è in preparazione. Abbiamo due profili: il primo è legato al diritto soggettivo di poter avanzare richiesta di asilo politico nel Paese in cui si arriva. Questo è l’oggetto del ricorso che stamattina pende davanti al tribunale di Catania. Temiamo che non sarà l’ultima volta che si verificherà questa situazione”.
L’altra impugnazione, che sarà al Tar del Lazio, “si basa sul presupposto che l’ordine di lasciare le acque italiane si può dare solo quando c’è un ingresso non autorizzato o quando il salvataggio non viene comunicato. Le ong – osserva Campochiaro – chiedono quale sia il porto sicuro più vicino perché il diritto della navigazione chiede questo, le autorità maltesi non sempre rispondono e quindi poi la scelta sta agli altri Paesi più vicini e l’Italia in questo senso rispetta il diritto di navigazione, autorizzando lo sbarco in un porto sicuro. Il problema andrebbe risolto a monte: non siamo noi a dover rientrare in questa logica, che è una logica politica, noi diciamo solo che questi ragionamenti non vanno fatti con le persone in alto mare”.