“Vertice interlocutorio ma molto importante”

Il caso Lukoil al ministero. Urso: "Quattro possibili strade"

“Una riunione interlocutoria ma molto importante. Il governo ha garantito con grande senso di responsabilità che la vicenda non potrà che trovare una soluzione: questo rasserena il governo regionale sul mantenimento dei posti dell’indotto”. Queste le parole del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, al termine del tavolo Isab-Lukoil che si è svolto a Roma al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

“Grande assente il mondo bancario – ha continuato Schifani -, perciò è opportuna l’iniziativa del ministro Urso di interloquire con Abi e la sua disponibilità a tracciare un percorso che possa aumentare la percentuale di garanzia della Sace, attualmente al 70%. Chiaramente, se il mondo bancario non risponderà nemmeno per quel residuo che dovrà garantire, sarà necessario trovare altre strade. La sinergia tra la Regione siciliana e il governo nazionale, in particolare con il ministero, è massima e l’assessorato alle Attività produttive del mio governo segue attentamente la vicenda anche per il riconoscimento dell’area di crisi nel Siracusano”.

Al tavolo Isab-Lukoil ha partecipato anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo che ha sottolineato la sinergia tra il governo siciliano e quello nazionale: “Abbiamo chiesto tutela per le migliaia di lavoratori dell’indotto e il riconoscimento dell’area di crisi industriale del polo di Siracusa che è un passaggio importante per poter portare investimenti e tutelare le aziende. Su questo abbiamo ricevuto massima disponibilità del ministro Urso e stiamo portando avanti tutti gli atti necessari”.

Mancano poco più di due settimane al 5 dicembre, quando scatterà l’embargo al petrolio di Mosca. Lo stabilimento del gruppo Isab, controllato dai russi di Lukoil, rischia di fermarsi visto che non può rifornirsi sui mercati internazionali a seguito del taglio delle linee di credito da parte delle banche per timore di sanzioni per la guerra in Ucraina. La raffineria non è tuttavia soggetta a misure restrittive da parte dell’Ue. Per sbloccare i finanziamenti, Sace, la finanziaria controllata dal ministero dell’Economia, ha assicurato una garanzia al 70% ma non è bastato. Manca ancora l’ok delle banche che sono definite le “grandi assenti” al tavolo Isab-Lukoil dal governatore siciliano Schifani.

Il tempo stringe. L’azienda avrebbe detto di poter lavorare fino a gennaio, tra ampliamento degli stoccaggi e anticipo delle manutenzioni, poi sarebbe costretta a fermare la produzione, secondo quanto riferiscono fonti sindacali. Il ministro Urso promette entro metà dicembre un nuovo tavolo “con delle soluzioni che noi pensiamo di poter mettere in campo per quella data”. Il ministro prospetta quattro possibili strade: la prima è proseguire il confronto col sistema bancario “per capire se c’è bisogno di ulteriori straordinarie coperture assicurative da parte della Sace”.

La seconda strada, è quella europea, per una deroga anche temporanea all’embargo, concessa già in altri casi. La terza strada, “l’intervento diretto dello Stato come ha fatto un grande paese come Germania”. La quarta e ultima strada, prevede l’uso del golden power per garantire i livelli occupazionali e produttivi e gli investimenti per l’ambiente, “ove ci fossero investitori che intendono rilevare l’impianto”. Almeno un potenziale acquirente c’era, secondo notizie di stampa, il gruppo di private equity statunitense Crossbridge Energy Partners, ma la trattativa sarebbe saltata all’inizio del mese con il rifiuto di Lukoil di vendere, secondo quanto ha scritto il Financial Times.

Stamattina diverse migliaia di persone hanno partecipato a Siracusa al corteo promosso da Cgil e Uil a sostegno dell’aera industriale di Priolo e, in particolare, della vertenza Lukoil. Lo slogan della manifestazione è stato ‘industriamoci insieme per costruire il futuro’. All’iniziativa dei sindacati ha partecipato anche il presidente di Confindustria di Siracusa, Diego Bivona, oltre a sindaci di Siracusa e provincia e deputati regionali e nazionali. I manifestanti sono arrivati davanti la sede della prefettura. La protesta è proseguita nel pomeriggio a Roma con un presidio davanti al ministero durante il vertice.

 

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