CATANIA – E’ stato presentato il ricorso dei legali della Humanity 1 al Tribunale civile di Catania con cui si chiede al giudice di ordinare lo sbarco immediato dei 34 migranti rimasti ancora a bordo. E’ stato inviato con il metodo telematico dal legale della ong tedesca, l’avvocato Riccardo Campochiaro. Hanno chiesto tutti, con domanda già presentata, il riconoscimento del loro status di profughi e, inoltre, sono naufraghi che sono stati soccorsi durante un intervento in mare e quindi le operazioni di salvataggio, come prevedono le norme internazionali, vanno concluse e portate a termine, facendoli sbarcare dalla nave subito.
Sarà il presidente Massimo Escher a dovere decidere a chi assegnare il caso e se sarà trattato da un giudice o da un collegio. L’udienza, essendo stato richiesto un provvedimento d’urgenza, sarà ‘inaudita altera parte’, senza, cioè, l’intervento della controparte. E’ invece ancora in preparazione il ricorso che sarà presentato al Tar del Lazio contro il provvedimento che impone al comandante della nave di lasciare il porto di Catania con i migranti a bordo, disposizione che non ha una scadenza.
Intanto, si sono rifiutati di risalire a bordo e sono rimasti sul molo 10, dove è attraccata la Geo Barents, i due siriani che ieri pomeriggio si erano buttati in mare dalla nave di Medici senza frontiere. Le loro condizioni, riferisce la ong, sono buone. Hanno dormito sdraiati all’interno di un furgone bianco fermo in banchina a una ventina di metri dalla Geo Barents. I due si sono rifiutati di risalire sulla nave e hanno trascorso l’intera giornata di ieri accovacciati in banchina. Sono stati assistiti dai volontari della Croce Rossa.
GRIDA D’AIUTO DAI MIGRANTI E PROTESTE. “Help… help” urlano i migranti a bordo della Geo Barents. I naufraghi mostrano due cartelli, in uno c’è scritto “Help” e nell’altro “Disembark 4 all”. E sono tornati a manifestare anche gli attivisti nel porto di Catania per solidarizzare con i migranti. Per motivi di sicurezza però il presidio rispetto ai giorni scorsi si tiene all’esterno dell’area di accoglienza nel molo dieci, perché ci sono turisti e pullman. Gli attivisti urlano “tutti liberi, tutte libere” e “assassini in giacca e cravatta”. I cronisti invece sono all’interno dell’area, a ridosso del cancello di accesso alla banchina.
MEDICI SULLA GEO BARENTS. E’ entrato in banchina, nel molo dieci del porto di Catania, un mezzo del ministero degli Interni che viene utilizzato per le identificazioni. Questo farebbe ipotizzare un eventuale sbarco di migranti dalla Geo Barents nel caso gli ispettori dell’Usmaf dovessero verificare a bordo condizioni critiche. Si tratta dello stesso mezzo usato per identificare i naufraghi che hanno lasciato la nave della Ong perché ritenuti fragili.
“L’ispezione dell’Usmaf a bordo è in corso. A seguito della nostra richiesta di ieri sono arrivati i medici: due psicologi e stiamo aspettando un medico clinico per verificare le infezioni cutanee”, ha riferito il capo missione della Geo Barents, Juan Matias Gil. “I medici che stanno facendo ispezione a bordo diranno quante persone devono scendere in base al loro criterio, noi continuiamo a spingere perché scendano tutti – ha aggiunto il capo missione -. Questa seconda visita non è un favore, è un dovere. E’ un obbligo assistere queste persone. Abbiamo cura del loro benessere”. Rispondendo ai cronisti, Gil ha anche sottolineato che alla Geo Barents “non è arrivata alcuna comunicazione dalle autorità italiane di lasciare il porto”.
PALASPEDINI SI SVUOTA. Sono 99 i minorenni non accompagnati scesi dalla nave Humanity 1 e sono stati affidati a strutture idonee: sono 94 ragazzi che sono adesso a Ragusa, e quattro ragazze, tre a Piazza Armerina (Enna) e una a Giarre (Catania). Nella distribuzione si è tenuto conto oltre che della familiarità tra i minorenni, anche dei rapporti di amicizia. Non risultano invece minorenni non accompagnati scesi dalla Geo Barents. E’ quanto emerge dai report della Questura di Catania alla procuratrice per i minorenni di Catania, Carla Santocono. L’ufficio si avvale della collaborazione di Save the children e di mediatori culturali nell’ascolto dei minorenni. Secondo quanto si è appreso si sta svuotando anche il Palaspedini, l’impianto sportivo del Comune di Catania dove sono stati ospitati i ‘fragili’ scesi dalle due navi ong. Il trasferimento avviene dando la priorità a famiglie con bambini, poi alle donne e, infine, agli uomini.