CHIETI – “Le torture psicologiche erano tante: riguardavano il mio peso, ma non solo. Anche la scuola doveva essere vietata, per le mie allenatrici. Pensavo che sarei riuscita a superare tutto, ma mi sbagliavo”. Il racconto choc è di Alice Aiello, ex ginnasta 21enne, originaria di Catania, che dal 2013 al 2016 ha gareggiato con l’Armonia d’Abruzzo di Chieti. Sull’onda delle accuse già mosse da altre atlete di spicco contro la nazionale italiana, Aiello – che ha vinto il titolo italiano a squadre con Fabriano nel 2017 – ha puntato il dito contro la sua esperienza teatina, dopo essere stata contattata da Nina Corradini, una delle due ex ginnaste della ritmica che hanno dato il via alle denunce sugli abusi psicologici subiti.
“All’inizio quando Nina mi ha contattata avevo deciso di non parlare per paura di riaprire ferite troppo grandi – spiega la Aiello sui suoi profili social -, finalmente chiuse dopo tanti anni, poi ho pensato che quello che ho passato io l’avrebbero potuto passare altre bambine o in un futuro i miei figli e ho trovato la forza per raccontare anche la mia storia. Avevo 11 anni quando decisi di trasferirmi a Chieti all’inizio tutto rose e fiori, poi iniziarono i problemi. Pesavo sì e no 30 chili quando mi trasferii lì, ma già dal primo momento, come per prassi, mi fecero salire sulla bilancia”.
Alice ricorda dolorosamente: “Sapevo di essere magra, ma tutte le mattine avevo l’incubo delle conseguenze che potevano avere quei 100 grammi in più sulla bilancia, e più passavo il tempo in quella palestra più il mio corpo si ammalava senza che me ne rendessi conto. Poi il divieto di andare a scuola. Il 90% delle mie compagne aveva accettato questo compromesso e si era trasferita alla sua scuola privata. Io no. Fu l’inizio del mio tormento: ogni giorno, ogni ora, mi veniva ricordato che non sarei mai arrivata da nessuna parte se continuavo a frequentare il liceo».
Secondo il racconto della 21enne anche i suoi genitori subivano frasi pesanti: “La più carina che si sono sentiti dire era ‘le ginnaste dovrebbero essere tutte orfane’”. A 14 anni il suo corpo ha smesso di crescere in altezza: “La lastra al polso indicava che la mia età ossea era rimasta quella di una bambina di nove anni, e le analisi erano totalmente sballate. Mal di testa sempre più frequenti, un mese a casa con febbre e infezione alla bocca, ricoveri, svenimenti”. Alla fine la famiglia la portò via da Chieti. “A 18 anni ho smesso, perché sentivo che era più importante seguire i miei principi che le dinamiche dietro a questo sport meraviglioso che però vive in un mondo marcio”.
La risposta dell’Armonia d’Abruzzo alle accuse lanciate sui social network dall’ex tesserata Alice Aiello non si è fatta attendere. “La società è fortemente dispiaciuta e sorpresa dalle generiche affermazioni riportate. Si riserva comunque di agire eventualmente nelle sedi opportune per difendere la sua onorabilità e confutare eventuali affermazioni diffamatorie”. L’Armonia d’Abruzzo, guidata dalla presidente Anna Mazziotti, ha fatto sapere di confidare nelle strategie disposte dagli organi federali e di essere eventualmente pronta a coinvolgere anche i propri avvocati per difendersi dalle accuse che gli sono state mosse.
L’Armonia ha specificato che le sue atlete “sono tutelate e altamente seguite, come accade in tutte le squadre sportive di alto livello, da mental coach, nutrizionisti, psicologi e fisioterapisti preparati. Per quanto riguarda l’alimentazione – spiegano dalla società, che è tra le eccellenze della ritmica nazionale – le atlete sono libere di recarsi dai nutrizionisti suggeriti dalla squadra o da quelli che preferiscono. Anche sul fronte scolastico è garantita la massima libertà nella scelta dell’istituto”.