CATANIA – I pescatori di Ognina sono arrabbiati. Il porticciolo in cui lasciano le loro barche, quello della San Silvestro a mare e dei tanti sposini catanesi che si fanno fotografare nel giorno del matrimonio, potrebbe essere presto privatizzato. A volerlo trasformare in un porto turistico è la società che ha chiesto il rilascio della concessione demaniale, nonostante la zona sia sottoposta a vincolo paesaggistico in quanto “di eccezionale interesse anche per i riferimenti storici e mitologici, oltre che per le costruzioni pittoresche e l’incantevole veduta”, come recita il dprs.
“Chiediamo che non venga stravolto e sottratto alla città questo ultimo lembo”, scrive il comitato “Amici del porticciolo di Ognina” in una petizione. L’azienda è la stessa che nel 2007 ha presentato un progetto di riqualificazione, ottenendo nonostante il vincolo urbanistico la concessione edilizia in area di inedificabilità assoluta, sospesa successivamente dal Tar di Catania. A dispetto del veto il progetto è stato in parte realizzato, “con la costruzione – dicono i cittadini della zona – di una gru fortemente invasiva e del tutto fuori scala rispetto caratteristiche del borgo marinaro di Ognina, tale da compromettere le suggestive viste panoramiche e l’accesso pubblico di una parte del porto”.
Ora la società ci riprova, scatenando la reazione non solo dei pescatori, ma anche dei residenti e delle associazioni ambientaliste, che annunciano una manifestazione e chiedono attraverso una raccolta di firme lo stop del rilascio della concessione. “Desta fortissima preoccupazione la notizia dell’istanza al Comune di Catania da parte della società La Tortuga srl – afferma Mimmo Cosentino, segretario regionale di Rifondazione comunista e rappresentante del circolo Centineo – per ottenere l’allargamento della concessione preesistente nel porto di Ognina, e che comporterebbe l’uso in grande parte esclusivo, per interessi privati, della banchina storica e dello specchio acqueo antistante la spiaggetta di fronte alla chiesa. Si determinerebbe così l’impedimento della fruizione libera e gratuita di questo tratto di suolo e di mare. In particolar modo ne risulterebbero danneggiati, oltre all’intera cittadinanza, i pescatori e i diportisti”.
La trasformazione che questi ultimi intendono scongiurare riguarda il cosiddetto porto vecchio, cioè quello specchio d’acqua racchiuso dal molo realizzato all’inizio dell’800, che oggi è utilizzato da piccoli pescatori spesso non professionisti e da appassionati del mare, ma è anche meta di cittadini e turisti proprio per le sue attrattive storiche e paesaggistiche.
In estate è già arrivato il parere positivo della soprintendenza. Ora è il Comune a doversi pronunciare sul progetto, che prevede il taglio del molo per mettere l’area in comunicazione con i servizi del porto turistico esistente già in concessione alla ditta, la posa di un pontile galleggiante che occuperebbe quasi totalmente lo specchio d’acqua e la recinzione completa dell’area, che diventerebbe inaccessibile al pubblico.
I firmatari della petizione si dichiarano “intenzionati a promuovere ogni iniziativa utile e necessaria, attraverso la partecipazione attiva della comunità locale, per tutelare il superiore interesse dei cittadini”. I pescatori inoltre, per venire incontro al Demanio e al Comune che non riescono a occuparsi della vigilanza e della manutenzione del porticciolo, si sono offerti di occuparsene. E di badare anche alla pulizia. “Il nuovo porto turistico – sostengono i residenti – esproprierebbe le loro barche, sulla banchina del molo vecchio. Inoltre il pontile galleggiante altererebbe l’armoniosità della stessa banchina. Questa zona di Ognina è meta giornaliera di cittadini provenienti da ogni zona di Catania per fare fotografie in occasione di ricorrenze quali nascite, diciottesimi e matrimoni. Perché privarli di un posto così bello?”.