Il vice presidente dell’Antimafia siciliana, Ismaele La Vardera, chiede a Riccardo Gennuso (Forza Italia all’Ars), anche lui vice in Commissione (entrambi sono stati eletti da qualche giorno, di fare un passo indietro “legittimo e sacrosanto” per “non mettere in imbarazzo un organo che dovrebbe essere al di sopra di tutte le parti”. Gennuso è a giudizio da qualche anno, assieme al padre che è stato deputato regionale, per estorsione nell’ambito di una inchiesta della Procura di Palermo sulla gestione di una sala bingo.
“Se qualcuno pensa che la mia carica sarà all’insegna del politicamente corretto si sbaglia – dice l’ex iena La Vardera, eletto con Sud chiama Nord di Cateno De Luca -: per questo ho deciso di rompere questo muro di silenzio, perché la questione morale non può essere trascurata, soprattutto da chi come me fa parte, di un organo che ritiene istituzionalmente sacro; la commissione antimafia”. E aggiunge: “Io non entro nel merito dell’accusa, perché non sarò mai giustizialista o manettaro, so che fino all’ultimo grado di giudizio Riccardo è innocente. Però, non credo ci voglia tanto nel capire che in questo modo rischiamo di non essere un organo credibile a chi ci guarda da fuori. Io non mi capacito del perché la maggioranza abbia permesso possa accadere una roba simile votandolo vicepresidente”.
Anche i componenti 5 stelle della commissione Antimafia dell’Ars Roberta Schillaci e Jose Marano chiedono un passo indietro: “L’elezione di Gennuso, imputato per estorsione, non è certo il miglior viatico per il nuovo cammino dell’importante istituzione di palazzo dei Normanni e rappresenta un pessimo segnale inviato ai cittadini. La scelta di Gennuso da parte del centrodestra è totalmente inopportuna e rischia di minare gravemente la credibilità dell’istituzione che va affidata a persone al di sopra anche del minimo sospetto. A Gennuso, che va comunque considerato innocente fino al terzo grado di giudizio auguriamo di dimostrare in sede processuale di essere del tutto estraneo agli addebiti che gli vengono mossi. Nelle more, però, sarebbe doveroso un suo passo indietro a tutela dell’immagine della Commissione e per consentire ad essa di lavorare in totale serenità”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’Associazione per onorare la memoria dei caduti nella lotta contro la mafia. “La notizia riguardante le ‘grane’ giudiziarie del neo-eletto vice presidente vicario è motivo più che sufficiente per reclamare le sue immediate dimissioni dall’organismo dell’Ars”. L’associazione ritiene che l’Antimafia non possa avviare la propria attività “facendo finta di niente soprattutto ora che nell’opinione pubblica parrebbe affermarsi il convincimento, in base alla vigente normativa, della sua scarsa incidenza e utilità nella realtà sociale, istituzionale e amministrativa dell’Isola. Spiace constatare, inoltre, l’assoluto silenzio delle forze politiche di maggioranza e di opposizione riguardo le gravi notizie che circolano sul conto di Gennuso padre (già deputato all’Ars) e del figlio neo-eletto. E ancora: sul caso Gennuso non hanno proprio nulla da dire il presidente dell’Ars e il presidente della Regione?”.