PALERMO – Un operaio di 61 anni, Angelo Salamone, è morto in un incidente sul lavoro avvenuto nell’impianto di Fincantieri, ai Cantieri navali di Palermo. Secondo una prima ricostruzione l’operaio, che prestava servizio nell’azienda Doro Maris, sarebbe stato colpito da un basamento che si è ribaltato. L’uomo ha subìto un trauma al torace da schiacciamento ed è deceduto all’ospedale Villa Sofia a Palermo, dov’era stato trasportato in codice rosso. Inizialmente, spiegano dall’azienda, le condizioni non sembravano così drammatiche. L’uomo parlava ed è stato sempre vigile. In ospedale ha avuto un arresto cardiaco. I medici hanno cercato di fare il possibile per rianimarlo ma non c’è stato nulla da fare. Sulla vicenda indaga la polizia.
I sindacati nazionali di Fiom Fiom e Uilm e territoriali dei metalmeccanici, Palermo in testa, hanno proclamato per lunedì 12 dicembre otto ore di sciopero in tutti i cantieri e in tutti i siti di Fincantieri. “Continuiamo ad assistere a tragedie senza fine – scrivono in una nota i sindacati delle segreterie territoriali di Palermo di Fiom, Fiom, Uilm, Uglm e Failms -. Un altro morto del dovere che non tornerà a casa dal suo turno di lavoro. Non vorremmo mai apprendere notizie del genere. Purtroppo, constatiamo che si continua a morire nei luoghi di lavoro, e questo è inaccettabile”.
“Fincantieri, in relazione all’infortunio occorso oggi nello stabilimento di Palermo, esprime vicinanza alla famiglia e ai colleghi del lavoratore”, dicono dall’azienda. “Salute e sicurezza sul lavoro costituiscono valori imprescindibili per il Gruppo – aggiunge l’azienda – e strategici per lo sviluppo sostenibile dell’azienda, che conferma la propria volontà di continuare a investire per la formazione e in ambito tecnico-organizzativo con il coinvolgimento di tutte le persone impegnate quotidianamente nei suoi siti produttivi, con il comune obiettivo di conseguire continui miglioramenti a fronte di quanto già ad oggi consolidato”.
Dure prese di posizione di sindacati e alcuni partiti dopo la morte di Salamone. “Esprimiamo il nostro sincero cordoglio alla famiglia dell’operaio di una ditta che lavorava per un appalto nello stabilimento palermitano di Fincantieri, chiediamo, al fine di contenere questa strage, l’assunzione di diecimila ispettori del lavoro, di dare maggiori poteri ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, il riconoscimento certo delle malattie professionali, che il medico d’azienda sia una figura pubblica, norme più stringenti sugli appalti, l ‘istituzione di una procura nazionale per indagare gli incidenti sul lavoro”, dice il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Frank Ferlisi.
“Quando potremo smettere di contare tutti questi morti? Diciamo basta a questa strage silenziosa e denunciamo, ancora una volta, che manca la sicurezza nei luoghi di lavoro ed è necessaria la formazione e la formazione tutti i lavoratori”, afferma Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia e Area Vasta. “A ogni evento così tragico restiamo senza parole, non è possibile che ancora un altro lavoratore ieri sera non abbia fatto ritorno a casa. Siamo vicini alla famiglia di Angelo Salamone, e ci auguriamo venga fatta presto chiarezza sulla dinamica del grave incidente accaduto all’interno del cantiere navale palermitano”, affermano Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani, e Antonio Nobile, segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani.
Il segretario regionale Ugl Metalmeccanici, Angelo Mazzeo, dice: “Siamo sconvolti per l’accaduto e ci uniamo al cordoglio per questa ennesima vittima di una strage ormai inaccettabile, esprimendo anche le più sentite condoglianze ai familiari di Angelo Salamone. E’ diventato ormai impossibile rimanere a guardare inermi, ma bisogna fare qualcosa di concreto per fermare questo stillicidio”.
“Da oltre cent’anni il Cantiere Navale di Palermo è il cuore produttivo della città e ieri sera questo cuore si è fermato. Siamo passati in poche ore, poco più del tempo di un turno di lavoro, da una buona notizia, quella del finanziamento del bacino da 150 mila tonnellate per il Cantiere Navale di Palermo, a una notizia tragica, la peggiore delle notizie, quella della morte sul lavoro di un operaio”, dicono i segretari generali di Cgil Palermo Mario Ridulfo, Fiom Palermo Francesco Foti, con il coordinatore Rsu Fiom Fincantieri Serafino Biondo, e Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo, annunciando che simbolicamente al corteo di Palermo del 13 dicembre, in occasione dello sciopero generale, la Cgil listerà a lutto le proprie bandiere e il proprio striscione per manifestare dolore per l’ennesima vittima sul lavoro e rabbia, per una strage che non si arresta.
“Nessuno mai deve morire sul lavoro e di lavoro. La morte al Cantiere navale di ieri segue di pochi giorni un’altra morte, quella di Michele Pisciotta, di 67 anni, avvenuta sul lavoro in un altro cantiere, stavolta edile, in via Libertà – aggiungono Ridulfo, Foti e Ceraulo -. I due fatti, diversi tra di loro, avvengono nello spazio di poche ore e di qualche centinaio di metri uno dall’altro. Ma il dolore e lo sconforto per i compagni di lavoro e per le famiglie è identico, in molti casi si tratta di stragi annunciate”.