“In Sicilia la situazione dell’assistenza in salute mentale è assolutamente drammatica. E questo nonostante la spesa stanziata sia superiore alla media nazionale”. A lanciare l’allarme, invocando un urgente intervento della Regione, è un cartello di organizzazioni composto da Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fp, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici, Anaao Assomed, Cimo, Confcooperative Sicilia, Legacoopsociali Sicilia, Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (Unasam) sezione Sicilia, Associazione nazionale genitori persone con autismo (Angsa) sezione Sicilia, Si può fare per il lavoro di comunità Sicilia, Associazione Ligabue Caltanissetta, Associazione delle famiglie con disagio psichico Siracusa, Associazione insieme si può Agrigento, Associazione famiglie per la vita Catania, Società italiana psichiatria sezione Sicilia, Società italiana riabilitazione psicosociale Sicilia, Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza sezione Sicilia, Società italiana di epidemiologia psichiatrica, Federazione nazionale strutture comunitarie psicoterapeutiche, Fondazione “Giovanni Amato”.
I costi in Sicilia superano del 12,5% la media nazionale, così come la spesa sul Fsr ( 4,2%) fa segnare un più 15,5 % rispetto alla media nazionale. In riferimento al Tso, il dato italiano si attesta a 10,8/100mila abitanti, in Sicilia è pari a 21/100mila abitanti (+96,3% rispetto alla media del Paese). Per quanto riguarda la riduzione dei posti letto Spdc (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura ) emerge questo scenario: negli Spdc e nei reparti di Npi (Neuropsichiatria infantile) c’è un contenimento del 50% rispetto ai posti previsti.
Nelle strutture semi residenziali la Sicilia fa registrare un dato inferiore rispetto alla media nazionale sia per i posti letto (in Italia 30,0/100.000 abitanti, nell’isola 27,6/100.000 abitanti), sia per gli accessi (in Italia 43,1/100.000 abitanti in Sicilia una riduzione rispetto al dato nazionale del 25,8%). La permanenza in comunità terapeutica consegna questa situazione: in Italia 1.059 e in Sicilia più 72,2%, pari a 1.900.
Questo dato è la conseguenza di due gravi storture del modello assistenziale. La prima è rappresentata dal modello di convenzione orientato alla lungodegenza che la sanità pubblica impone al privato accreditato, mentre la seconda è frutto dell’assenza delle Rems (le Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza sono solo due attive in Sicilia) per pazienti giudiziari, che vengono inviati, senza limiti di tempo, da parte della magistratura nelle Comunità terapeutiche. Per il budget di salute sono stati sottratti fondi che ammontano ad oggi a circa 20 milioni di euro, in quanto alcune Asp non hanno destinato le risorse previste per legge dalla data del 2019 e altre dal 2020 o dal 2021.
A tutt’oggi comunque non risulta attivato nessun budget di salute. Le organizzazioni firmatari inoltreranno al presidente della Regione, all’assessore alla Salute, all’assessore della Famiglia e delle politiche sociali, e alla VI Commissione legislativa dell’Ars, un documento con le proposte utili a modificare l’attuale situazione, con la richiesta di un Tavolo permanente (riunioni con cadenza almeno mensili) che abbia potere di verifica dello stato attuale e dei percorsi di miglioramento della situazione dell’assistenza in salute mentale.