PALERMO – “Il grave episodio di molestie sessuali da parte di un dottorando dell’Università di Palermo nei confronti di alcune colleghe dottorande, recentemente emerso, ci ricorda ancora una volta che l’attenzione su un tema così rilevante e delicato non è mai sufficiente e che non si deve mai abbassare la guardia rispetto alla denuncia e alla ferma condanna della cultura sessista sottesa a tali episodi”. Lo scrive Massimo Midiri, rettore dell’università di Palermo in una lettera indirizzata agli studenti riferendosi alla denuncia di una dottoranda che ha raccontato a un blog di essere finita in una lista, fatta da un suo collega, delle più belle della facoltà di Economia, poi finita su decine di chat.
Il rettore chiede a “tutta la comunità accademica palermitana di riporre con serenità tutta la propria fiducia nei confronti delle istituzioni universitarie, per contrastare tutti insieme ogni seme di quella inaccettabile cultura della sopraffazione e del patriarcato che costituisce il pericoloso substrato dei gravissimi episodi con cui si manifesta la violenza di genere”.
“La lista – continua Midiri – a quanto abbiamo potuto appurare, è stata rapidamente cancellata e l’autore della molestia, su segnalazione di una delle dottorande che si è subito rivolta al suo tutor, è stato convocato e duramente redarguito dal direttore del dipartimento Seas e del coordinatore del dottorato. In seguito a questo immediato intervento, il dottorando ha quindi inviato una lettera di scuse alle colleghe dottorande le quali, a quanto ci risulta, hanno preferito non dare ulteriore risalto alla vicenda”.
“Ciò che mi sembra più importante ribadire e assicurare, a ogni donna e a ogni uomo che frequenta l’ateneo – prosegue – è che su questo tema l’attenzione è alta e che nessuno è mai stato né verrà mai lasciato solo davanti alle violenze subite. Ogni denuncia, in qualunque forma provenga al rettore, alla prorettrice all’Inclusione, Pari Opportunità e Politiche di Genere o agli altri organi istituzionali dell’ateneo viene gestita e seguita con tutta la necessaria attenzione e rispetto. Informo peraltro che, nel recente passato, persino qualche denuncia anonima pervenuta allo scrivente è stata oggetto di immediata segnalazione alla Procura”.
“Il sensazionalismo – dice il rettore – con cui una parte della stampa sta seguendo la vicenda mi preoccupa moltissimo, prima di tutto per il clima di pericolosa sfiducia che può ingenerare in chi subisca violenze o molestie, rendendo sempre più difficile decidere di denunciare l’accaduto alle autorità accademiche. Ritengo quindi preciso dovere istituzionale di ogni componente della comunità accademica non alimentare con dichiarazioni improprie e superficiali un clima di sospetto che crea solo nocumento alle vittime delle violenze, ma adoperarsi a tutti i livelli affinché, grazie anche a tutti gli strumenti a disposizione nella nostra comunità accademica, ogni donna e ogni uomo sappia che può denunciare, senza timore, qualsiasi forma di molestia subita”.