CAMPOBELLO DI MAZARA (TRAPANI) – Commerciante di olive, agricoltore di mestiere, incensurato. È il profilo di Giovanni Luppino, l’uomo arrestato stamattina insieme con il superlatitante Matteo Messina Denaro. È stato lui a portarlo in macchina presso la clinica privata di Palermo per le cure. Luppino è di Campobello di Mazara, paese vicino a Castelvetrano, città natale del boss.
Da qualche tempo gestiva, insieme ai figli, un centro per l’ammasso delle olive cultivar Nocellara del Belìce proprio alla periferia di Campobello di Mazara. La sua funzione era quello di intermediario tra i produttori e i grossi acquirenti che, in zona, arrivano dalla Campania.
Di pochi mesi più grande rispetto a Luppino, l’altra figura che emerge nell’arresto di oggi è quella del geometra Andrea Bonafede di Campobello di Mazara. Il superlatitante utilizzava la carta d’identità rilasciata a questo signore dal Comune di Campobello di Mazara nel 2016. “Sono in corso indagini per accertare se si tratta del documento autentico o contraffatto”, hanno detto gli inquirenti. Intanto il geometra Bonafede, nipote del boss defunto Leonardo Bonafede, è stato ascoltato dai carabinieri presso la caserma di Campobello e non avrebbe risposto alle domande degli inquirenti. Per i carabinieri del Ros sarà ora necessario capire il ruolo sia di Giovanni Luppino sia di Bonafede nella latitanza di Matteo Messina Denaro.